‘Sono ancora convinto che il testo della riforma costituzionale contenga aspetti negativi, di cui ci pentiremo presto, se venisse approvato senza modifiche”.
Lo scrive nel suo blog il senatore del Pd Vannino Chiti.
”L’elezione di secondo grado dei senatori – prosegue Chiti – non rafforza la democrazia. Si valuti l’esperienza delle Provincie: nel silenzio generale e’ andato in scena lo spettacolo di listoni che univano in modo indifferenziato destra e sinistra. Questo aumenta la fiducia nelle forze politiche? Cosa avverra’ con la nomina dei senatori nei consigli regionali? Se in ogni caso si vuole tenere ferma la scelta del Senato non elettivo, si assuma il modello francese, senza se e ma. Non mi ci ritrovo molto, ma certo renderebbe migliore la riforma.
Non si vuole neanche questa soluzione? Si renda almeno piu’ presentabile il progetto. La composizione del Senato – che non dara’ piu’ la fiducia ai governi – sia definita in modo automatico, senza trattative tra maggioranze e opposizioni, assumendo il criterio proporzionale, al netto del premio di maggioranza. Sia introdotto – come nel Bundestrat – il voto unitario per le delegazioni regionali: del resto si dice che il Senato sara’ la Camera delle Autonomie. Come avviene in Germania – dove il Bundestag è eletto con legge proporzionale e sbarramento al 5% – si stabilisca che la Camera, per cambiare impostazioni votate dal Senato, debba farlo con una stessa percentuale di voti, non semplicemente con il 50,1%. Altrimenti, sulle materie non bicamerali, il Senato sarà un ‘parerificio’. Infine, occorre diminuire il numero dei deputati e cambiare il sistema delle immunita’, assegnando le decisioni alla Corte Costituzionale e vincolandone la validita’ per i senatori all’attivita’ parlamentare, non a quella di sindaci o consiglieri regionali.
Se c’e’ una volonta’ di confronto e ascolto, si possono trovare soluzioni: la riforma cosi’ come e’ non va. Non rendersene conto non sarebbe fermezza, ma perseverare nell’errore”.