La legge elettorale torna al centro del confronto politico: dalla settimana prossima sarà all’attenzione della commissione Affari Costituzionali del Senato. Si tratta di una priorità per il nostro paese: dobbiamo restituire agli italiani la scelta degli eletti, assicurare in Parlamento la rappresentanza delle forze politiche sostenute nel paese da un consenso serio, garantire il diritto/dovere di governare a chi vince le elezioni. È vero, come qualcuno obietta, che le questioni economiche e sociali sono più urgenti, ma l’una non esclude le altre. La Legge di Stabilità, la delega sul lavoro, la legge elettorale e la riforma costituzionale sono tutte necessarie: ne ha bisogno l’Italia.
L’accordo raggiunto dalla maggioranza che sostiene il governo è un passo in avanti al testo votato alla Camera. È positivo che vi sia un’unica soglia di sbarramento e bassa. Mi auguro che sia tenuto fermo il 3%, in ogni caso non più del 4%. È giusto che il premio di maggioranza scatti per la lista che raggiunge il 40% e che in caso contrario si proceda a un secondo turno di ballottaggio. Meno convincente è il modello di elezione dei deputati: io ero a favore dei collegi uninominali. Non essendoci le condizioni di un’intesa su questa soluzione, è indispensabile prevedere due preferenze, la seconda di genere, per tutti i candidati. Blindare i capilista è un errore: il 60% degli eletti sarebbe nominato, non scelto dai cittadini. In ogni caso, condizione minima è che il 75% dei candidati sia scelto con le preferenze, e il 25% con un listino bloccato, garantendo l’alternanza di genere. È uno schema che, per quanto riguarda il listino, richiamerebbe la legge Mattarella. Tutto però risulterebbe vanificato se venisse mantenuta la possibilità di pluricandidature: se un candidato può presentarsi in dieci circoscrizioni, dal Piemonte alla Sicilia, e scegliere dopo quella in cui mantenere l’elezione, risulteranno inutili collegi o preferenze. Il collegamento cittadini-eletti verrà meno.
Dal vertice Renzi-Berlusconi è emerso un mancato accordo sulla soglia di sbarramento e sulla possibilità di assegnare il premio di maggioranza alla lista anziché alla coalizione. È importante che Forza Italia condivida la nuova legge elettorale, ma non si deve dare nemmeno l’impressione di un asse preferenziale. Il confronto è con tutte le opposizioni: mi auguro che il dialogo il Parlamento porti ad un accordo più ampio possibile.