Senatore Vannino Chiti, tra Leopolda e la piazza della Cgil dove sarebbe andato?
«Alla Leopolda no perché, al di là delle intenzioni, appare come l’incontro di una corrente e io sarò l’ultimo dei mohicani ma non farò mai parte di una corrente. In piazza no, anche se; condivido alcune critiche della Cgil alla riforma del lavoro, perché la coerenza col mio ruolo è fare attività parlamentare».

Condivide le critiche di chi afferma che quella della Cgil è una manifestazione politica, contro Renzi?
«No e non vedo nessuna manifestazione “contro”. La Cgil non sponsorizza certo l’opposizione, Forza Italia. L’autonomia tra partito e sindacato è una ricchezza per tutti e va rispettata sempre».

Chiusa la Leopolda e la manifestazione di Roma, che scenario si augura per la riforma del lavoro?
«Con lealtà mi impegnerò per migliorare il testo uscito dal Senato, ad esempio sull’articolo 18. Il Paese non ha bisogno dell’alternativa tra diritti e lavoro, lavoro e salute».

E che Pd immagina nel futuro?
«Un partito progressista, plurale, che dialoga e si confronta col sindacato, che certo non deve avere diritto di veto ma a cui le risposte vanno date. Un partito che lotta in Europa per più sviluppo e meno rigore. II Pd è un partito che non si è mai compiuto, ma la soluzione non è certo contrapporre gli iscritti e gli elettori». (M.B.)