Care colleghe e colleghi,
la mozione di cui è prima firmataria la collega Valentini e a cui si sono associati altri senatori del Gruppo del Partito Democratico si inquadra in una delle varie “Strategie” europee, ossia di quel particolare approccio dell’Unione alla gestione di settori di intervento tra loro non affini, ma che vengono tra loro connessi tramite la valorizzazione di un loro aspetto comune.
In questo caso, si tratta in particolare della Strategia europea per una “Crescita Blu” (Blue Growth – COM(2012) 494), che fa riferimento ad una Comunicazione della Commissione europea del 13 settembre 2012, la quale si prefiggeva l’obiettivo generale di valorizzare il potenziale degli oceani, dei mari e delle coste in termini di crescita e di occupazione.
In altri termini, è la dimensione marittima della Strategia Europa 2020, che permette di integrare durevolmente l’Economia Blu nei programmi di lavoro degli Stati membri, delle Regioni, delle imprese e della società civile.
La Comunicazione del settembre 2012 ha individuato i cinque settori di intervento prioritario della “Crescita Blu”: cinque catene di valore che rappresentano altrettante fonti di crescita sostenibile e di occupazione.
Si tratta dei temi dell’energia blu, dell’acquacoltura, del turismo marittimo, costiero e di crociera, delle risorse minerali marine e, infine, della biotecnologia blu.
Ricordo che tali aspetti avrebbero dovuto essere illustrati dal Commissario per gli affari marittimi e la pesca, Maria Damanaki, in un’audizione che era stata già appositamente convocata in Senato per il 5 dicembre 2013, anche grazie all’iniziativa della collega Valentini. Purtroppo, l’inaspettato protrarsi dei lavori di Aula di quel giorno ha determinato la necessità – con grande rammarico – di sconvocare la seduta.
Ma il tema era ovviamente di così rilevante portata che non poteva essere accantonato, anche per la sua rilevanza e per la precisa conformazione agli interessi nazionali in vista dell’oramai imminente avvio del semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione, che potrà così continuare l’opera già iniziata dalla presidenza greca.
Su questo aspetto ricordo che le Commissioni affari europei ed esteri di Camera e Senato stanno concludendo un’indagine conoscitiva sul futuro semestre europeo che dovrà concludersi con una risoluzione conforme dei due rami del Parlamento al fine di enucleare i temi che riteniamo importante perseguire in via prioritaria.
Tra questi, a mio avviso, vanno richiamati molti dei punti programmatici tracciati nella mozione a prima firma della senatrice Valentini. Essi si raccordano alle prospettive di sviluppo di tutto il Sistema Paese e delle sue piccole e medie imprese. Essendo l’Italia un Paese costiero e marino è – evidentemente – priorità assoluta per l’Italia sostenere convintamente tutte le politiche europee che valorizzino tali asset economici del Paese, raccordati tra loro in una prospettiva unificante data dal riferimento alla “Crescita Blu”.
È molto importante questa sottolineatura perché, tra le prime bozze che stanno circolando del programma di diciotto mesi delle tre prossime presidenze del Consiglio dell’Unione – il c.d. trio presidenziale composto da Italia, Lettonia e Lussemburgo -, i temi connessi all’Economia Blu non mi pare ricevano la giusta attenzione.
Non so se ciò sia dovuto alla necessità di mediare il programma di diciotto mesi tra Stati con interessi diversi, ma ritengo imprescindibile un chiaro riferimento alle politiche connesse alla Blue Growth tra quelle che riteniamo di voler perseguire, coerentemente agli specifici interessi nazionali dell’Italia, ma con innegabili riflessi in termini di crescita e occupazione per l’intera Unione.
Non basta invero il riferimento al tema della proiezione delle politiche europee nel Mediterraneo, anch’esso aspetto sul quale stiamo svolgendo un’indagine conoscitiva, ma che mi pare collegato più al ruolo dell’Unione europea nello scenario globale, che quale autonomo motore per lo sviluppo e la crescita.
Dovremmo quindi farne due priorità distinte nel programma italiano di presidenza dell’Unione.
Mi soffermo anche su alcuni aspetti specifici, per necessità di sintesi, ferma restando l’importanza di tutti gli altri temi.
Tra i vari temi che sono in diretta attuazione della “Blue Growth”, e che – ribadisco – potremmo inserire nella risoluzione in vista del semestre, segnalo la recente adozione, con atto della Commissione europea del 20 febbraio 2014 (COM(2014) 86), della Strategia europea per una maggiore crescita e occupazione del settore costiero-marittimo in Europa.
La Strategia fornisce una serie di indicazioni agli Stati membri, ivi compresa la loro dimensione regionale e locale, per una valorizzazione di tutti gli aspetti connessi al turismo costiero.
È importante sottolineare come con quest’atto si prenda finalmente in considerazione la strategicità del settore turistico per un rilancio dell’occupazione, che valorizzi le specificità europee e soprattutto i punti di maggiore attrattività dei suoi territori, di cui l’Italia può giustamente andare fiera.
Ricordiamo peraltro che il settore del turismo marittimo, costiero e di crociera rappresenta attualmente un’attività economica che occupa circa 2,3 milioni di persone, pari all’1,1% dell’occupazione totale dell’Unione, che operano quasi esclusivamente tramite piccole e medie imprese.
Un altro settore della Blue Growth che abbiamo esaminato in 14ª Commissione riguarda l’Energia Blu. Si è infatti richiesto – e in questa sede lo ribadisco – che, per quanto riguarda lo sfruttamento dell’energia dei mari, è necessario venga favorito il massimo coinvolgimento delle capacità tecnologiche di eccellenza che sono in grado di sviluppare l’industria e la ricerca italiane, tra cui il CNR e gli istituti di ricerca universitari, allo scopo di incentivare l’approvvigionamento da fonti energetiche diversificate, di generare occupazione, di sviluppare il turismo balneare, di sviluppare l’industria di produzione tecnologica nel settore dell’energia blu, e di abbassare i costi energetici del sistema produttivo nazionale, rendendo più competitivi i prodotti e i processi produttivi.
È del tutto evidente quindi che i problemi di approvvigionamento energetico dell’Unione possono essere mitigati dalle capacità di sfruttamento di tutte le fonti possibili di energia, al fine di far fronte alle necessità di fabbisogno, di riduzione generale dei prezzi dell’energia e di diversificazione delle fonti, a beneficio di tutti gli Stati membri.
Infine, ricordo un ulteriore tassello del mosaico che si sta costruendo intorno ai Mari europei. Mi riferisco alla recente adozione della Strategia per la sicurezza marittima dell’Unione, che dovrà garantire la sicurezza dei mari e degli oceani europei e così contribuire a promuovere l’Economia Blu e la crescita dell’occupazione nel settore marittimo.
Sono tutte tematiche che stanno venendo in rilievo durante la presidenza greca, ma che dovremo noi proseguire nel corso della presidenza italiana per farle diventare priorità dell’Unione europea nel suo complesso, sempre più bisognosa di politiche veramente unificanti nella prospettiva di superamento di una crisi economica e sociale che è finita per diventare una vera e propria crisi politica.
In tal senso, inserire il tema della Blue Economy all’interno dell’Agenda politica del semestre italiano di presidenza del Consiglio dell’Unione – come la mozione a prima firma della senatrice Valentini ci richiede – deve essere una nostra priorità.
Come deve essere una nostra priorità – e mi permetto questo inciso perché si tratta di un tema che in questa settimana abbiamo esaminato in Commissione – la piena utilizzazione dei fondi strutturali per il periodo 2014-2020. Le lacune che ancora sono state riscontrate dovranno essere colmate anche con una progettualità e con delle “Azioni” che valorizzino i punti dell’Economia Blu, quale dimensione marittima della Strategia Europa 2020.
In conclusione, aver evidenziato le potenzialità dell’Economia Blu per lo sviluppo sostenibile, la crescita e l’occupazione è sicuramente un merito della Commissione europea.
Sta ora a noi farla diventare uno dei pilastri del nostro futuro.
Il Partito democratico – come dimostra l’incontro di oggi – saprà certamente valorizzarla.
Grazie.