Purtroppo è confermato quanto percepiamo dall’esperienza quotidiana: l’Unione Europea e l’Italia restano in piena crisi economica. In Europa la ripresa va molto a rilento e alcuni dati sembrano smentirla del tutto. In Italia il quadro complessivo è ancora più difficile, alla luce di una combinazione negativa di dati: recessione, deflazione e disoccupazione.
L’economia italiana nel secondo trimestre del 2014 si è contratta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Considerando che nel primo trimestre il Pil aveva segnato un -0,1%, siamo di fatto in recessione.
Alle difficoltà del presente, ed alla mancanza di prospettive per il futuro immediato, si aggiunge il fatto che da agosto il nostro Paese vive la sua prima fase di deflazione dal settembre del 1959, cioè da oltre cinquant’anni. Nel mese scorso l’indice dei prezzi al consumo è calato dello 0,1% rispetto allo stesso mese del 2013.
La diminuzione dei prezzi, che apparentemente potrebbe essere un aspetto positivo per le tante persone che con i loro stipendi fanno fatica a mantenere livelli di vita dignitosi, è in realtà un dato terribile per la salute dell’economia. Deflazione significa calo dei consumi, minore produzione, tendenza al rinvio delle spese programmate e quindi meno lavoro e meno benessere per tutti.
Infine, il tasso di disoccupazione è risalito al 12,6%, in aumento dello 0,5% rispetto a un anno prima: dato relativo ai giovani tra i 15 e i 24 anni si attesta addirittura al 43%.
Il cosiddetto “autunno caldo” è arrivato. Il governo è in piena attività. E’ il momento di interventi coraggiosi per il rilancio dell’economia: allentare la morsa del rigore in Europa lasciando maggiore spazio agli interventi per l’occupazione; sostegno politico all’azione della Bce e del suo presidente Draghi per una politica monetaria espansiva; politiche pubbliche e investimenti che contribuiscano a realizzare uno sviluppo nuovo, incentrato sul diritto all’occupazione di ogni cittadino e sulla sostenibilità ambientale e sociale; interventi della Legge di Stabilità orientati anche alla redistribuzione del reddito, per sostenere chi in questi anni ha subito i colpi più duri; riforma del welfare – in particolare istruzione e sanità – così da collegare efficienza ed uguaglianza dei cittadini. Sono questi i punti di un’azione di rilancio che apra il nostro futuro alla speranza, alla fiducia, ad una ricostruzione sociale e economica.