L’Italia è di nuovo in recessione. I dati dell’Istat ci danno questa novità negativa: nel secondo trimestre del 2014 il Pil è diminuito dello 0,2% rispetto ai primi tre mesi dell’anno, quando l’economia aveva registrato una contrazione dello 0,1%. Su base annua, invece, il Pil scende dello 0,3%. Si tratta del peggior secondo trimestre dal 2000. Questi numeri apparentemente freddi significano che continua a diminuire la ricchezza del nostro paese, mancano gli investimenti e il lavoro: i dati sull’occupazione recentemente diffusi sono ancor più drammatici di quelli relativi al Pil. Il tasso di disoccupazione a giugno si attestava al 12,3%; quello relativo ai giovani ha toccato il nuovo record storico: 43,7%.
Il nostro paese ha bisogno di un rilancio dell’economia forte e coraggioso. Occorre, prima di tutto, proseguire, anche grazie al semestre di presidenza italiana, nell’azione intrapresa prima da Letta e poi da Renzi per allentare la morsa del rigore in Europa lasciando maggiore spazio agli interventi per l’occupazione. È urgente varare politiche pubbliche e mettere in campo investimenti che contribuiscano a realizzare uno sviluppo nuovo, incentrato sul diritto all’occupazione di ogni cittadino e sulla sostenibilità ambientale e sociale. Gli interventi fiscali devono essere orientati alla redistribuzione del reddito: nella fasi di crisi economica a subire i colpi più duri sono sempre le fasce più deboli della popolazione.
Tra maggio e giugno il numero di occupati è cresciuto ogni mese di circa 50 mila unità. È un piccolo, timido segnale che deve essere rafforzato con interventi coerenti, fin dalle prossime settimane. Sarà un autunno difficile per milioni di italiani: dobbiamo compiere ogni sforzo per invertire la tendenza.
Il diritto al lavoro è la priorità assoluta: nulla è più importante della possibilità di garantire a tutti un livello di vita dignitoso. Il lavoro fonda la libertà e autonomia di ogni persona.
PS: Dopo il lungo dibattito sulla riforma costituzionale – sulla quale l’impegno di chi come me ritiene il progetto uscito dal Senato profondamente da cambiare non si ferma certo qui – il Senato chiude per un breve periodo di riposo: agli amici del blog auguro di trascorrere il mese di agosto in serenità con i propri cari. Ci ritroviamo nei primi giorni di settembre.