A poco più di un mese dall’incontro in Vaticano tra Papa Francesco, il presidente israeliano Shimon Peres, quello palestinese Abu Mazen, il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo per una preghiera condivisa per la pace, in Medio Oriente è scoppiato di nuovo il conflitto: derubricare a “scontri” quanto sta accadendo è riduttivo.
“Spero che questo incontro sia l’inizio di un cammino nuovo alla ricerca di ciò che unisce, per superare ciò che divide. Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra “, aveva detto Francesco ai suoi ospiti.
Da alcuni giorni invece i razzi e i raid aerei incendiano i cieli e la terra di Gaza, della Palestina e di Israele: è di 74 morti e 550 feriti il bilancio – del tutto approssimativo – dei raid israeliani sulla Striscia di Gaza, in tre giorni di offensiva.
Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, annunciando una riunione del Consiglio di sicurezza, ha dichiarato il suo allarme per l’ondata di violenza che ha travolto Gaza, il Sud di Israele, la Cisgiordania e Gerusalemme est: è una delle fasi più critiche degli ultimi anni.
L’analisi di Ban Ki-moon è giusta: il rischio è quello di precipitare di nuovo in una spirale di guerra, incontrollata, ingovernabile, nell’assenza della politica e della diplomazia internazionale.
Spiccano, ancora una volta, l’assenza e il silenzio degli Stati Uniti e dell’Europa, una sorta di impotenza, di non assunzione di un ruolo necessario. Gli Stati Uniti, continuano ad essere il paese che più di tutti condiziona gli equilibri geopolitici mondiali: hanno il dovere di esercitare la loro storica influenza, anche se non sempre virtuosa, in Medio Oriente, per contribuire alla risoluzione della crisi tra Israele e Palestina.
L’Unione Europea, purtroppo ancora troppo somma dei governi nazionali deve compiere in fretta, i passi per diventare una vera democrazia sovranazionale e impegnarsi da subito per la pace, proprio a partire dalle regioni del Mediterraneo, il mare che bagna le nostre coste, che segna i nostri confini e ci collega al Nord Africa e al Medio Oriente
Due Stati per la convivenza tra due popoli, isolando le forze estremiste e violente come Hamas. Bisogna lavorarvi tutti con convinzione: è questa la soluzione del conflitto.