”Niente di nuovo sotto il sole: ringrazio il ministro Boschi di darmi atto di una coerenza di impostazione e quindi di non piegare le convinzioni sui cambiamenti alla Costituzione alle contingenze politiche del momento”.
Cosi’ Vannino Chiti replicando a un’intervista rilasciata oggi dal ministro Boschi.
”Ritengo – aggiunge Chiti – che nella situazione italiana, nel 2014 – che non e’ il 1996 – con la crisi di fiducia tra cittadini e istituzioni e il desiderio, a cui dare una risposta, di partecipazione diretta, la soluzione preferibile per la riforma del Parlamento sia una forte riduzione del numero dei deputati e dei senatori e un Senato eletto a suffragio universale. E’ cosi’ in altri paesi che hanno superato – come noi dobbiamo urgentemente fare – il bicameralismo paritario, basti prendere l’esempio della Spagna. In ogni caso confermo che se in Italia, come in Germania, si andasse verso un federalismo solidale, la soluzione rigorosa del Bundesrat, e cioe’ presenza dei soli governi regionali con voto unitario, sarebbe per me assolutamente accettabile. E’ evidente a tutti che la riforma del Senato proposta dal governo non ha niente a che vedere con il Bundesrat. Naturalmente dovrebbe essere sul modello tedesco anche la legge elettorale per la Camera dei Deputati. La Costituzione va vista nel suo insieme: esige equilibri tra le istituzioni e tra i poteri. Non si puo’ avere per la Camera una legge ipermaggioritaria, come e’ l’Italicum, ricentralizzare molte competenze, come e’ nella proposta del governo del nuovo Titolo V, e indebolire le funzioni di garanzia oltre che di rappresentanza dei territori del Senato.
Se le modifiche della Costituzione non hanno un raccordo unitario – conclude Chiti – non si realizza un aggiornamento coerente ma si rischia di impoverire la nostra democrazia”.