Il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge sul voto di scambio politico-mafioso: il politico candidato che accetta la promessa di ottenere voti in cambio dell’erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di altra utilità viene punito con la reclusione da quattro a dieci anni.
Era un impegno che avevo sottoscritto anch’io, insieme a centinaia di altri parlamentari, con la campagna ‘Riparte il futuro’, promossa da alcune associazioni antimafia. I braccialetti bianchi sono il simbolo di questa azione dalla parte della legalità.
L’iter di approvazione è stato lungo e complesso, ci sono state polemiche molto aspre. Il provvedimento è buono ed è stato giudicato positivamente da magistrati e dalle stesse associazioni in prima linea contro la criminalità organizzata. Il testo poteva essere più “forte” in alcuni aspetti? Si può discutere: è una posizione legittima. È tuttavia doveroso sottolineare l’importante passo in avanti compiuto. Dopo tanti anni di attesa non è più necessaria la prova della cessione di denaro per dimostrare l’esistenza di un rapporto di interesse tra il politico e il mafioso. Nel testo infatti è stata introdotta l’espressione chiave “altra utilità”. Uno strumento molto importante messo a disposizione della magistratura. Ad esempio, alcune conversazioni intercettate e agli atti dei processi da oggi diventano sufficienti per punire il voto di scambio. Nella campagna elettorale per le elezioni europee del 25 maggio questa nuova norma sarà in vigore.
La pena prevista da 4 a 10 anni è la stessa votata in prima lettura alla Camera all’unanimità, compresi dunque i deputati del M5S. Dopo che al Senato era stata inserita la previsione di 7-12 anni, si è ripristinato il riferimento inizialmente votato alla Camera, anche per accogliere la sollecitazione di autorevoli esponenti della magistratura ad assicurare una proporzione rispetto al più grave reato di associazione a delinquere di tipo mafioso.
Le mafie inquinano la nostra società, creano distruzione etica e materiale. Per farlo si avvalgono della collaborazione di esponenti delle istituzioni: il nuovo articolo 416 ter del codice penale contrasta con efficacia questa condotta criminale. Contro la mafia non c’è bisogno di propaganda o di strumentalizzazioni elettorali, ma di impegno serio, coerente, unitario.

Ps: auguri per una Pasqua serena a tutti gli amici del blog.