Sulla riforma del Senato, che il Governo, auspica di approvare in prima lettura entro la data delle elezioni europee, si riunira’ di nuovo il gruppo Pd di Palazzo Madama, per proseguire il confronto. Ma alla ‘seduta’, convocata per le 9,30 di domani, non ci sara’ Vannino Chiti, senatore democratico ed ex vicepresidente del Senato che ha depositato, in proposito, un suo disegno di legge, ‘attirando’ il consenso di altri 21 colleghi, per la stragrande maggioranza del Pd. Chiti, che e’ componente della delegazione permamente, raggiunto telefonicamente, spiega, infatti, di trovarsi a Strasburgo per i lavori dell’assembleaparlamentare del Consiglio di Europa, che si riunisce solo 4 volte l’anno. Diversi i temi all’ordine del giorno con conseguenti votazioni e l’impossibilita’ di disertare l’appuntamento fissato ormai da tempo. Il senatore Chiti non nega il grande rammarico per la coincidenza che non gli consente di partecipare al dibattito interno al Pd, ma, soprattutto, non si tira indietro quando gli si chiede se nel weekend ci siano stati contatti con i ‘dissidenti’ ex M5S che potrebbero aderire al suo progetto di un Senato elettivo, organo di garanzia e controllo. Non c’e’ stato alcun contatto riservato, e’ la risposta, il ddl, che non e’ un mettersi di traverso alle riforme del Governo, e’ di dominio pubblico ed e’ visibile sul sito del Senato, e’ stato mandato a tutti i senatori perche’ saranno chiamati a dire la prima parola sulle modifiche della Costituzione. E se ai 21 che hanno aderito (sul testo pubblicato c’e’ la firma Dario Stefano di Sel, ma ha ritirato la firma la democratica Amati), si aggiungeranno altri, lo possono fare alla luce del sole. Intanto, bisogna registrare che fino a poche ore fa il ddl che il Governo vuole approvare entro il 25 maggio non era ancora stato trasmesso formalmente alla commissione Affari Costuzionali di Palazzo Madama. Solo allora potra’ iniziare l’iter della riforma.