Il governo ha presentato il Disegno di legge costituzionale che riforma il Senato, il Titolo V e cancella province e Cnel. La parte che riguarda il Senato è giusta nella finalità – superare il bicameralismo perfetto – ma a mio giudizio sbagliata in aspetti di rilievo. Differenziare i compiti di Camera e Senato, oggi identici, è urgente: è così in Europa, rende più efficiente la democrazia. Avere di fatto una sola Camera, eletta con una legge fortemente maggioritaria, titolare di cambiamenti alla Costituzione e diritti civili fondamentali, rischia di impoverire e non poco la democrazia. Bisogna avere coraggio: è necessaria una riforma del Parlamento, un dimezzamento del numero dei deputati e dei senatori.
Il Senato non deve dare più la fiducia al governo e sulla gran parte delle leggi l’ultima parola deve spettare alla Camera. Il Senato sarà l’organo di raccordo tra lo Stato e le autonomie regionali e locali, ma al tempo stesso una istituzione autorevole di garanzia e controllo. Il bicameralismo paritario va mantenuto su Costituzione, ordinamenti dell’Unione Europea, ratifica dei trattati internazionali, diritti fondamentali dei cittadini, leggi elettorali. Con 315 deputati e 106 senatori, una indennità identica a quella del Sindaco di Roma, i costi della politica sono ridotti molto di più che nella proposta del governo. La differenza riguarda la forma di elezione dei senatori. Resto convinto che in democrazia un aspetto decisivo sia la sovranità dei cittadini. Sono loro che devono partecipare e decidere. Non mi convince che i consiglieri regionali eleggano senatori dei consiglieri regionali e dei sindaci altri sindaci: oltretutto, in democrazia, è bene non sommare incarichi e funzioni.
In ogni caso, se proprio si vuole un Senato non elettivo, l’unica strada per evitare pasticci è il Bundesrat tedesco, in cui siedono solo i rappresentanti dei governi regionali che votano in maniera unitaria, approvando o rigettando un progetto. Il Bundesrat non può però coesistere con una legge elettorale iper-maggioritaria. In Germania la Camera viene eletta in maniera proporzionale, con uno sbarramento del 5%. Parlamento, governo e sistemi elettorali devono essere affrontati con una visione d’insieme, altrimenti nascono dei mostri. Sarà bene che su questi temi che riguardano la Costituzione, cioè il fondamento della nostra democrazia, vi siano spazi e modi per un confronto serio, lasciando ai cittadini l’ultima decisiva parola.