Il risultato del Fronte Nazionale di Marine Le Pen alle elezioni comunali in Francia è un segnale d’allarme da cogliere con attenzione. I movimenti populisti e antieuropeisti – quelli di estrema destra con connotazioni reazionarie – rappresentano un pericolo per le nostre democrazie, non la soluzione ai problemi e alle sofferenze che coinvolgono milioni di persone.
Il mondo è cambiato profondamente: la globalizzazione è una realtà irreversibile. Paesi che un tempo erano “periferia” o in via di sviluppo stanno diventando potenze economiche, politiche e commerciali. Nessuno stato europeo da solo, nemmeno la Germania, potrà ricoprire un ruolo da protagonista sulla scena globale; nel 2030 nessun paese europeo sarà nel G8. Può esserlo invece l’Unione Europea.
Da più di 60 anni l’Europa unita ci permette di vivere in pace, senza più una guerra, come invece era successo nel corso dei secoli. Ora, però, l’Unione Europea deve cambiare sé stessa e le sue politiche. C’è bisogno al tempo stesso di più Europa e di un’Europa diversa. Il consenso crescente delle formazioni antieuropeiste nasce soprattutto dalla crisi mondiale che ci ha colpito e dalle risposte sbagliate date in questi anni. L’Unione viene percepita come una sovrastruttura burocratica, diretta da tecnocrati, lontana dai cittadini e dalle loro esigenze. L’Unione, oggi, si concretizza in decisioni prese da 28 governi, attraverso faticose trattative, nelle quali prevale alla fine il peso dei più forti, non la decisione democratica dei popoli. Il percorso da compiere è la realizzazione di una democrazia sovranazionale: gli Stati Uniti d’Europa. Non uno Stato federale nel senso tradizionale: non è nella natura di un continente in cui convivono identità, lingue e culture diverse tra loro.

Si tratta di costruire una governance democratica che affronti competenze di natura europea, non più alla portata dei singoli Stati nazionali: esteri e sicurezza, fisco, politica monetaria, scelte macro-economiche, sfida climatica ed energia. Così potremo garantire la nostra sicurezza; un impegno per realizzare la pace; avviare uno sviluppo socialmente e ambientalmente sostenibile, che abbia al suo centro il diritto, per tutti, ad un lavoro dignitoso. È la piattaforma di tutte le forze socialiste e progressiste, unite intorno alla candidatura di Schulz per la presidenza della commissione Europea.