Con un referendum popolare, i cittadini svizzeri hanno adottato misure contro l’immigrazione: anche per i lavoratori provenienti da paesi dell’Unione Europea dovranno esserci quote di ingresso. I sì hanno vinto con un margine minimo: il 50,5%. Resta il fatto che il risultato porterà a conseguenze certe, dal momento che in Svizzera i referendum sono vincolanti per il governo.
È un nuovo segnale allarmante della deriva populista e nazionalista che sta prendendo piede nel nostro continente, anche per le sofferenze sociali provocate dalla crisi economica. Di fronte al regresso negli standard di benessere e al venir meno della possibilità di avere un lavoro dignitoso, tornano i fantasmi dei “nemici” oltreconfine. Si cerca nel protezionismo e nell’illusione di un’autosufficienza la soluzione alla caduta di opportunità. È una via istintiva e sbagliata: il futuro è nell’integrazione tra i popoli e le economie europee. Dobbiamo però costruire un’altra Europa rispetto a quella attuale: un’Europa più solidale, democratica, fondata su occupazione e uno sviluppo nuovo, ambientalmente sostenibile e tecnologicamente avanzato.
La Confederazione elvetica non fa parte dell’Unione Europea e naturalmente è libera di assumere le decisioni che ritiene. Tra Svizzera e Unione Europea esiste però un rapporto molto stretto e soprattutto un accordo sulla libera circolazione dei lavoratori. Come è ovvio il fondamento è la reciprocità. La Svizzera deve il suo sviluppo anche ai tanti cittadini italiani, tedeschi, francesi e di altre nazionalità che sono andati lì a lavorare, contribuendo al progresso di quella economia. E tanti cittadini svizzeri hanno trovato fortuna nel territorio dell’Unione Europea. La libera circolazione rappresenta un diritto fondamentale della persona. Le 4 libertà fondamentali su cui si fonda il mercato unico europeo non possono essere prese dalla Svizzera in modo parziale, secondo la sua convenienza: la libera circolazione dei capitali non è certo più importante di quella dei lavoratori, dei servizi e delle merci.
Le forze di sinistra, anche in vista delle elezioni europee, devono riaccendere nei cuori e nelle menti dei cittadini, l’obiettivo e la speranza di una comunità aperta e dinamica, in grado di realizzare giustizia sociale, diritto al lavoro, uguaglianza e solidarietà.