Il voto sulla decadenza di Berlusconi è stato un atto dovuto a tutela del Parlamento. Non la scelta politica e discrezionale di una maggioranza. È arrivato dopo 4 mesi, così da garantire lo spazio legittimo difendersi. La decadenza a seguito di una condanna penale definitiva per frode fiscale allo Stato – e dunque ai cittadini italiani – discende dall’applicazione della legge anticorruzione, votata a larga maggioranza anche dalla destra, nella scorsa legislatura. A Berlusconi è stata inflitta una condanna a 4 anni e l’interdizione dai pubblici uffici per due anni. Nelle motivazioni la Corte d’Appello di Milano ha scritto che era stato ideatore, organizzatore e fruitore dei vantaggi della frode fiscale. Sono reati gravi per ogni cittadino: gravissimi per un uomo politico. Negli altri paesi europei un uomo politico si sarebbe dimesso. Da noi invece si incita la piazza contro il Parlamento. Berlusconi e Forza Italia hanno fatto dichiarazioni di un irresponsabile estremismo, ai limiti dell’eversione. A nessuno può essere consentito di attaccare Presidente della Repubblica, Magistratura, Costituzione, parlando di colpo di stato. Noi, semplicemente, abbiamo garantito le regole di uno Stato di diritto, che impone che nessuno possa porsi al di sopra delle leggi.

Il voto sulla decadenza ha creato una spaccatura nella destra: Forza Italia, come rappresaglia, voleva abbattere il governo Letta. Il Nuovo Centrodestra di Alfano assicura la continuità dell’azione di governo. È una maggioranza numericamente meno ampia, ma politicamente più coesa, coerente con esperienze europee di collaborazione tra destra e sinistra. Ora si devono affrontare con più decisione le emergenze economico-sociali, le riforme istituzionali e la legge elettorale, preparando al meglio la Presidenza di turno dell’Europa nel 2014.