Il prossimo congresso è un passaggio molto importante per il Partito Democratico. Un dibattito interno mai veramente compiuto e i passaggi difficili dei mesi scorsi – dall’esito delle elezioni al percorso che ha portato alla conferma al Quirinale del Presidente Napolitano, fino alla formazione del governo di larghe intese – ci impongono di realizzare un congresso serio. In questo quadro, la vicenda che ha riguardato il tesseramento in alcune federazioni d’Italia è gravissima. Adesioni fiume per lo meno sospette, iscrizioni di centinaia di extracomunitari, battaglie per la segreteria provinciale realizzate a colpi di pacchetti di tessere. Uno spettacolo indecoroso da sanzionare con la massima fermezza. Ne va della nostra credibilità. La partecipazione e la militanza non possono essere mortificate da comportamenti indegni.
Si tratta di pochi casi? Può darsi: ne sarei lieto, ma anche uno solo per la buona politica sarebbe troppo!
L’impegno di tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell’unico vero partito che abbiamo in Italia non può che essere quello di contrastare con determinazione questa deriva.
In qualche caso si è di fronte a comportamenti palesemente irregolari, in altri tutto ciò avviene muovendosi tra le maglie delle regole che ci siamo dati: regole per me assurde, come quella che consente l’iscrizione nei circoli nel momento stesso di svolgimento del Congresso. Fino a quest’anno ciò sarebbe stato impossibile: le iscrizioni si chiudevano mesi prima, quando il congresso era indetto. O l’altra che, unici al mondo, fa eleggere il segretario del partito a chi l’8 dicembre si recherà ai seggi, magari senza avere molto a che fare con il Pd e senza che i più si facciano poi rivedere nella vita di ogni giorno del partito. E’ all’interno di queste scelte che può affermarsi la logica del vincere ad ogni costo. Al centro di questo congresso si pone ormai il tema del Pd, se vogliamo realizzare un partito moderno, ma vero, oppure niente più di un comitato elettorale. Collegato a questo vi è il nodo della natura del Pd: se una sinistra plurale, oppure una confederazione di correnti, più o meno personali, oggettivamente estranee ad un riformismo e ad una sinistra europea.
Sono questioni di fondo: sarà bene discuterle a fondo, evitando di fare del congresso solo un votificio di nomi.