Il Consiglio Europeo del 24 e 25 ottobre si occuperà di  economia digitale e di temi economici e monetari. Si parte da un punto fermo: in Europa si è voltato pagina rispetto alla stagione della sola austerità senza sviluppo. Nella svolta l’Italia ha avuto un ruolo da protagonista. Il completamento del mercato unico digitale è un obiettivo da raggiungere a breve. La sfida globale si gioca sul piano dell’innovazione: dobbiamo puntare con convinzione sugli investimenti in ricerca e tecnologia, settori con grandi potenzialità in termini di sviluppo e occupazione. L’Europa deve essere unita non solo nelle politiche monetarie ma innanzi tutto in quelle per l’occupazione e il progresso.
La crisi economica ha inferto colpi duri a milioni di cittadini. È compito del governo italiano sollecitare l’Europa a realizzare un’autentica unione economica e continuare a svolgere un ruolo attivo nell’orientare le scelte per creare posti di lavoro.
In forza di un’emergenza che ha i caratteri della tragedia quotidiana e anche grazie all’impegno del governo, il tema immigrazione è entrato in extremis nell’odg del Consiglio europeo. Spesso siamo di fronte non a immigrati, ma a persone che cercano asilo politico. Il problema non si risolverà finché non verrà affrontato a livello europeo. Gli immigrati che sbarcano in Italia, cercano la civiltà, il benessere e la pace che esistono nel Vecchio Continente. Dal Consiglio Europeo si attendono passi concreti per una politica comune dell’immigrazione. Bisogna creare una vera condivisione dell’emergenza in un quadro di solidarietà, ma anche verso le persone che scappano dalla disperazione e verso i loro paesi di provenienza.

Il semestre di presidenza italiana dovrà essere anche l’occasione per porre la questione del Mediterraneo al centro dell’agenda dell’Unione. Per essere credibile, l’Italia deve apportare cambiamenti al suo ordinamento: cancellare il reato di immigrazione clandestina, in base al quale si giudica una persona non per quello che fa ma per quello che è; dare agli immigrati che vivono e lavorano regolarmente da cinque anni sul nostro territorio il diritto di voto alle elezioni amministrative; rivedere le norme sulla cittadinanza, ferme a una concezione vecchia e ingiusta, aprendo a forme di applicazione dello ius soli.
Giustizia sociale, uguaglianza e solidarietà sono la via per far diventare l’Europa una grande democrazia sovranazionale.