CHITI (PD). Signora Presidente, il Gruppo del Partito Democratico condivide i contenuti della relazione del Presidente del Consiglio e, ovviamente, la proposta di risoluzione di maggioranza.

È stato notato – ed è vero – che i temi all’ordine del giorno di questo Consiglio europeo, che pure rivestono grande importanza, sono molti e sono certo diversi ed eterogenei: dal mercato digitale all’unione bancaria, dalle misure che rafforzano il coordinamento sullo sviluppo e l’occupazione al tema dell’immigrazione, che noi abbiamo insistito per inserire.

Tuttavia, credo che vi sia un filo comune che lega tutti questi aspetti e che dobbiamo politicamente sottolineare e far emergere: il filo comune secondo me è che si è voltato pagina rispetto alla stagione di un’Unione europea che viveva solo di austerità, un’austerità senza sviluppo, e che si stanno rafforzando – questo almeno è il nostro auspicio, perché si rafforzino ancora di più – vincoli di condivisione e di solidarietà tra i Paesi dell’Unione europea sulle grandi problematiche.

Ecco alcuni di questi punti: il completamento del mercato unico digitale e dello spazio europeo della ricerca è necessario da raggiungere nei prossimi due anni. È condiviso il dato delle grandi potenzialità di questi settori in termini di sviluppo e di occupazione.

Sappiamo – lo diciamo tante volte – che la sfida globale si gioca sul piano dell’innovazione e che dobbiamo puntare con convinzione sugli investimenti in ricerca e tecnologia. Tuttavia, in molti Paesi membri dell’Unione la spesa pubblica destinata all’innovazione e alla ricerca è in calo, anche a causa delle ristrettezze che erano state imposte al bilancio dalle manovre di consolidamento fiscale (nel 2013 è stata lo 0,72 per cento del PIL europeo). Ancora prima di questo, vi è un altro aspetto negativo non meno grave che chiama in causa il modo di intendere l’integrazione europea: programmi nazionali diversi, fondati su criteri diversi, sono una arretratezza da superare.

Il collega Guerrieri Paleotti ha posto, secondo me con competenza e grande efficacia, il tema che noi poniamo all’attenzione del Governo per questo Consiglio europeo: il Governo italiano deve sostenere il completamento del mercato unico digitale e in questo senso è necessario giungere alla rapida approvazione del pacchetto legislativo proposto dalla Commissione europea già nei prossimi mesi, e non rinviarlo alla prossima legislatura.

Il Consiglio europeo – ed è il secondo tema che voglio sottolineare – è chiamato anche a valutare i progressi dell’unione economica e monetaria. Voglio intanto dire – è giusto anche rivendicarlo, non è sentimento nazionalistico – che nell’azione di contrasto alle tensioni finanziarie un ruolo di particolare rilievo è stato ricoperto dalla Banca centrale europea presieduta da Draghi: questi interventi hanno contribuito ad eliminare le asimmetrie che impedivano alla politica monetaria di esercitare una corretta influenza sulle economie dei Paesi caratterizzati da squilibri economici e finanziari.

Com’è stato ricordato, e come noi dobbiamo sapere anche quando discuteremo di legge di stabilità, le condizioni finanziarie nell’area euro sono oggi meno critiche rispetto alla fine del 2011, ma il raggiungimento di un equilibrio stabile è ancora lontano; continua a mancare un meccanismo di riduzione delle divergenze nelle strutture economiche; gli squilibri del ciclo economico privilegiano alcuni Paesi a danno di altri, ragion per cui è necessario affrontarli con uno sforzo comune.

Mi rivolgo ai due Ministri presenti per porre una questione che non è contenuta nella proposta di risoluzione che abbiamo presentato, ma è un tema importante. Nell’autunno 2012 è stata avanzata dal presidente Van Rompuy la proposta di un bilancio federale dell’area euro (quella che si chiama fiscal capacity). Questa proposta è stata fatta propria anche dalla Commissione: si tratta di un strumento indispensabile per varare le riforme strutturali con politiche di coesione e di solidarietà sociale. Ma questa decisione è sospesa. Io credo debba diventare una delle priorità del semestre della Presidenza italiana, e sottopongo tale questione al Governo del nostro Paese. (Applausi dal Gruppo PD).

L’unione bancaria si sta avviando a diventare una realtà, e rispetto a questo aspetto mi limito a sottolineare che nei prossimi mesi si deve giungere alla definizione del meccanismo unico di soluzione delle crisi bancarie e all’istituzione di un meccanismo armonizzato di garanzia dei depositi, fondamentali per assicurare la ripresa del credito alle imprese, senza i quali non ci sarebbero uno sviluppo e una crescita duraturi. Anche a questo scopo bisogna evitare, nella fase transitoria di entrata in vigore della vigilanza unica, opzioni regolatorie troppo rigide che penalizzino il flusso del credito.

Il Presidente del Consiglio ha ricordato altre due questioni che il Governo ha sul tavolo: anzitutto, bisogna vigilare sull’attuazione del Patto per la crescita e l’occupazione, adottato dal Consiglio europeo nel giugno 2012, e delle decisioni prese al Consiglio europeo dello scorso giugno per mettere in campo strumenti in funzione anticiclica. Al tempo stesso, siccome vogliamo che ci sia una rapida partenza – ne abbiamo discusso anche qui – dell’iniziativa europea per l’occupazione giovanile dal prossimo gennaio, il nostro Governo deve riuscire a presentare, entro la fine del mese o comunque il prima possibile, quel Piano nazionale per l’attuazione della garanzia dei giovani su cui noi ci siamo impegnati.

L’ultima considerazione riguarda il tema dell’immigrazione. Già il collega Manconi ha detto che la tragedia del 3 ottobre e l’iniziativa del nostro Governo hanno posto tale tema all’attenzione delle istituzioni europee. Bisogna dunque riuscire a venirne fuori con alcuni risultati. Su questo tema è stata decisa la creazione di una task force congiunta per pattugliare le coste dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e sono state proposte l’istituzione di corridoi umanitari e la revisione delle regole comuni sull’asilo, rivedendo anche i criteri di accoglimento e di distribuzione dei rifugiati. Sono contento che il Presidente del Consiglio l’abbia accolta, perché a me pare che l’Italia debba provare ad insistere sulla proposta che ha fatto di nuovo in questa sede il senatore Manconi, affinché la richiesta di protezione possa essere avanzata dalle persone che sono in fuga da disastri, guerre e distruzione già nei Paesi di origine o di transito e che qui possa intervenire una valutazione dell’Unione europea, con le sue rappresentanze, così da ridurre gli spazi ai mercanti di morte che preparano nuove tragedie.

Non sarei però sincero se non lo dicessi: ho sentito toni diversi, ma per il Partito Democratico è invece un punto fondamentale che l’Italia, per essere credibile, debba anche apportare dei cambiamenti al suo ordinamento. Sì, io credo che si debba cancellare il reato di immigrazione clandestina (Applausi dal Gruppo PD e della senatrice Giannini)in base al quale si giudica una persona non per quello che fa, ma per quello che è. Si tratta di una inciviltà giuridica indegna di un Paese che è stato nel mondo, per tanti secoli, un faro del diritto. Bisogna inoltre dare agli immigrati che vivono e lavorano regolarmente sul nostro territorio il diritto di voto alle elezioni amministrative, così come occorre rivedere le norme sulla cittadinanza, ferme ad una concezione vecchia, e aprire a forme, anche graduali, di applicazione dello ius soli. Infine, il semestre di Presidenza italiana dell’Unione europea dovrà essere l’occasione non solo per orientare le politiche verso lo sviluppo, ma anche per porre la questione del Mediterraneo al centro dell’agenda dell’Unione. Questo è un nostro compito e su questo il Senato sta già lavorando attraverso le indagini conoscitive che le Commissioni politiche dell’Unione europea e affari esteri hanno avuto l’autorizzazione di svolgere.

Per concludere: negli ultimi anni in Europa si sono compiuti dei passi avanti sul piano della governance economica che costituiscono una realtà. Negli ultimi mesi registriamo una nuova attenzione, seppur ancora insufficiente, verso i temi dell’occupazione e dell’equità sociale. I Governi italiani, negli ultimi anni, hanno dato un contributo – e anche il Governo Letta ha dato un contributo forte – per raggiungere questi risultati: lo rivendichiamo con convinzione di fronte a tante demagogie, a tante superficialità e pressapochismi. Ma questi due aspetti devono stare insieme, perché i cittadini hanno conosciuto misure di austerità e adesso devono vivere con altrettanta concretezza – non solo sentirli annunciare – i risultati delle politiche a favore dello sviluppo, perché è da qui che passa un sostegno non ristretto, non lasciato alle sole élite, ma ampio, all’obiettivo dell’Europa federale e degli Stati uniti d’Europa che vogliamo realizzare. Non ci possiamo permettere che nel prossimo Parlamento europeo siano maggioranza o comunque siano consistenti gli euroscettici o i nemici dell’Unione europea. (Applausi dai Gruppi PD e SCpI. Congratulazioni).