Il governo ha varato la legge di Stabilità. Si tratta di un provvedimento equilibrato, che punta ad alleviare le difficoltà dei cittadini colpiti dalla crisi. La condizione ancora difficile per la finanza pubblica ha frenato il tasso di “coraggio” della legge. In ogni caso è innegabile una inversione di tendenza rispetto al passato. In Parlamento lavoreremo per migliorarla. Il Pd si batterà per dare maggiore incisività alle misure per il lavoro e il sostegno delle fasce più deboli, nel rispetto degli obiettivi di risanamento della finanza pubblica, recuperando risorse dal taglio di sprechi e spese superflue.
La legge, dopo anni di sacrifici dolorosi, non aumenta le tasse ma avvia una loro riduzione. I tagli alla Sanità, paventati alla vigilia del Consiglio dei Ministri, non ci sono. Il nostro Sistema Sanitario Nazionale ha bisogno di essere rafforzato, non indebolito, nel rispetto di quanto prescritto dalla Costituzione. Semmai, è necessario individuare caso per caso gli sprechi che si annidano nella sanità.
Riveste un’importanza particolare, come segnale di indirizzo ma anche come prima misura concreta, il taglio del costo del lavoro. Dal prossimo anno i lavoratori dipendenti avranno un reddito netto un po’ più elevato, seppur di poco. È la strada giusta: il nostro sistema fiscale grava troppo sul lavoro, sulle imprese e sulle pensioni, meno sulle rendite. Ridurre le tasse aiuta a invertire la tendenza negativa dell’occupazione. Una positiva ricaduta può arrivare anche dall’allentamento del Patto di Stabilità per i Comuni.
La nuova imposta sugli immobili assicura autonomia e risorse ai comuni. È più equa e razionale rispetto all’Imu sulla prima casa. È positiva anche la conferma dei bonus per le ristrutturazioni e il miglioramento dell’efficienza nell’uso e nel risparmio dell’energia.
Non entro ora nel merito delle pensioni, ancora sottoposte a blocco, totale o parziale, dell’indicizzazione, degli esodati – persone in carne ed ossa, senza lavoro né pensione – dei lavoratori del pubblico impiego, ancora per un anno con gli stipendi fermi in modo indifferenziato. Ci sarà occasione per riparlarne.
Dopo anni di sacrifici, l’Italia può iniziare a rialzare la testa, puntando sugli investimenti e lo sviluppo. Quanto previsto dalla Legge di Stabilità è solo un primo passo, forse piccolo ma che muove nella direzione giusta.
