La tragedia dei migranti morti nelle acque di Lampedusa ha riportato l’attenzione su un fenomeno drammatico: da tanti anni migliaia di donne e uomini, provenienti dall’Africa sub sahariana o dai paesi arabi, flagellati da carestie e guerre, raccolgono con la forza della disperazione il denaro necessario per affidarsi a trafficanti senza scrupoli. Affrontano così, in condizioni disumane, un viaggio verso le coste dell’Italia meridionale, della Spagna, Malta, Grecia, Cipro. Nel nostro paese, se sopravvivono al calvario, trovano spesso centri di accoglienza non in condizioni di ospitarli in modo degno. L’Italia gestisce in maniera sbagliata questo fenomeno, non solo per l’inadeguatezza delle sue strutture, ma anche per una normativa ideologica e cieca. Qui non si è di fronte a immigrati, legali o meno: si è di fronte a persone che cercano un asilo politico. Al tempo stesso il problema non si risolverà finché non verrà affrontato a livello di Unione Europea. Gli immigrati che sbarcano in Italia, cercano l’Europa. Partono con negli occhi la civiltà, il benessere e la pace che esistono nel Vecchio Continente. Molti hanno membri delle loro famiglie che lavorano in Germania o in altri paesi del centro-nord dell’Europa. Schulz, presidente del Parlamento Europeo, ha definito “una vergogna il fatto che l’UE abbia lasciato l’Italia da sola ad affrontare il flusso dei profughi dall’Africa”.

Sempre Schulz, ad agosto, aveva promosso l’approvazione di una legge europea per regolare l’immigrazione: “Se abbiamo creato il libero movimento delle persone in Europa, i confini dell’Italia verso il sud sono anche dei confini tedeschi…Avere 20mila profughi sull’isola di Lampedusa è una catastrofe, ma avere 20mila profughi sparsi su 739 milioni di europei non è un problema”. Finalmente il vento sembra essere cambiato. Nelle ultime ore – grazie anche all’iniziativa del governo – il commissario europeo agli Affari Interni e Immigrazione Cecilia Malmstrom ha promosso “una grande operazione Frontex per il ‘salvataggio sicuro’ da Cipro alla Spagna”.

Il Mediterraneo è diventato un cimitero di disperati. Non dobbiamo continuare a voltarci dall’altra parte: l’UE deve assumersi la responsabilità della vita e della dignità di queste persone. Bisogna aprire corridoi umanitari che cancellino i viaggi-lager e promuovere politiche di cooperazione con i paesi d’origine. L’Italia non è in grado di accogliere in modo stabile tutti quelli che da noi cercano salvezza. Ma la civile Europa non può abbandonare nessun essere umano.