Il voto di fiducia al governo Letta sancisce la sconfitta della linea di Berlusconi e di chi voleva aprire la crisi di governo sulla pelle degli italiani.
Il Presidente del Consiglio, nel suo intervento in Parlamento, ha esposto il programma che intende realizzare, riprendendo il filo del lavoro iniziato 5 mesi fa: le misure per il rilancio dell’economia e dell’occupazione, a partire da quella giovanile; la riduzione delle tasse sul lavoro; un ruolo di primo piano dell’Italia in Europa per contribuire a cambiare le politiche dell’Unione coniugando risanamento e sviluppo, creazione di posti di lavoro e giustizia sociale; la preparazione e la guida del semestre europeo di Presidenza italiana del Consiglio dell’UE dal luglio al dicembre 2014; un’azione propositiva del governo per varare, in Parlamento, le riforme istituzionali di cui l’Italia ha bisogno, assicurando maggiore sobrietà alla politica. Letta ha ribadito con chiarezza che il cammino del governo deve essere tenuto rigidamente separato dalle questioni giudiziarie di Berlusconi, come è scontato sia in ogni Stato di diritto. Su questi punti programmatici e su un patto di alleanza almeno fino al 2015, il premier ha ottenuto la fiducia dalle camere. Il Pd continuerà a sostenerlo con lealtà, consapevole che il nostro paese ha bisogno di questo per uscire dalla crisi economica. Berlusconi, ancora una volta, ha provato a tenere in ostaggio il paese, cercando di legare le sorti del governo alla soluzione dei suoi guai giudiziari. Di fronte alla rottura politica consumatasi nel suo partito e all’esistenza al Senato di una maggioranza nuova, sufficiente a sostenere il governo Letta, Berlusconi è stato costretto a fare una brusca retromarcia aggiungendo i suoi voti ai 167 che comunque avrebbero votato sì alla fiducia. Ora il governo può lavorare fuori da ogni logica di ultimatum o da atti di irresponsabilità come quelli che nell’ultima settimana avevano minato la credibilità del Paese e messo  a rischio lo sforzo serio di quanti lavorano per renderlo migliore, più giusto e avanzato. Il Pd farà fino in fondo la sua parte.