Sabato scorso, nella sua Assemblea Nazionale, il Partito Democratico ha dato una brutta immagine di sé e ha perso un’altra occasione per parlare di contenuti. La discussione è stata tutta concentrata su regole e procedure per lo svolgimento del congresso e non si è nemmeno raggiunto un accordo. Si tratta naturalmente di aspetti necessari per il positivo svolgimento della vita del partito e sono certo che la direzione, questa settimana, chiuderà con un’intesa le questioni procedurali.
Ma il Pd deve saper proporre agli italiani una sua idea di società, un insieme di valori guida, le priorità per il lavoro, lo sviluppo, il fisco, l’Europa, la giustizia. Il congresso eleggerà un nuovo segretario che guiderà il partito nei prossimi quattro anni. Ci vuole un confronto serio, sui contenuti, tra i candidati così da delineare con chiarezza le diverse idee che convivono nel Pd. Una competizione leale sarà un segno di ricchezza, potrà rafforzare la nostra identità e costruire una unità politica vera. Non c’è davvero bisogno di partiti personali ed autoreferenziali: ce ne sono già troppi. Al nostro interno non mancano competenze, energie per presentare agli italiani una proposta politica seria e credibile, in grado di cogliere i bisogni della società e proporre soluzioni innovative e partecipate.

Anche per questi motivi con Cesare Damiano, Pietro Folena e Mimmo Lucà abbiamo promosso un documento che si chiama “Costituente delle Idee”. Sabato 28 lo presenteremo a Torino. Vogliamo contribuire, in vista del congresso, ad un confronto sulle sfide e sulle innovazioni necessarie perché il Pd prepari il futuro e non si volga al passato. Si tratta della centralità del lavoro, di uno sviluppo ambientalmente e socialmente sostenibile, di un welfare che abbia a sua finalità l’uguaglianza, della nuova cittadinanza per il terzo millennio, della realizzazione dell’Europa federale. Per noi il Pd è una sinistra plurale, collocato chiaramente nella famiglia dei progressisti e socialisti europei.
Compito del congresso sarà dunque non solo quello di eleggere un segretario, ma di scegliere al tempo stesso una linea politica e le priorità di un programma.