Mozione presentata da 119 senatori

30 settembre 2008

La mozione sull’occupazione presentata dai 119 senatori del Pd vede come primi firmatari la presidente del Pd al Senato Anna Finocchiaro, i vicepresidenti Luigi Zanda e Nicola Latorre, i componenti della Commissione lavoro come Treu, Nerozzi, Ichino, Passoni. La mozione impegna il governo “ad adottare misure urgenti per contrastare la grave crisi occupazionale nel Paese, combattere la precarietà del lavoro e incentivare l’inclusione dei soggetti oggi sottorappresentati, con particolare riferimento: alle donne, attraverso il rafforzamento degli strumenti di conciliazione fra lavoro e vita personale, l’introduzione di un credito fiscale ad hoc per le lavoratrici madri, l’estensione della rete dei servizi all’infanzia; agli ultra cinquantenni, attraverso incentivi al prolungamento dell’età pensionabile e benefici fiscali alle imprese che li assumono; ai giovani, per mezzo del potenziamento degli obblighi/diritti di formazione e dell’arricchimento dei contenuti formativi dell’apprendistato”. La mozione impegna inoltre il governo a “sostenere il potere d’acquisto di pensioni e salari e a garantire la dignità e l’adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori giovani e precari, attraverso rispettivamente la piena indicizzazione delle pensioni, il riconoscimento della ‘quattordicesima’ alle pensioni più basse, secondo la formula sperimentata dal Governo Prodi, l’aumento delle detrazioni per i redditi da lavoro dipendente, la detassazione e decontribuzione dei premi di produttività e la fissazione, nell’ambito di intese con le parti sociali, di un livello minimo di retribuzione per i lavoratori non coperti da contrattazione collettiva”. La mozione del Pd prevede inoltre che il governo dovrà “potenziare il sistema degli ammortizzatori sociali, estendendolo a tutte le forme di lavoro, anche atipiche. Infine, dovrà operare per la massima possibile apertura del tessuto produttivo nazionale agli investimenti stranieri, attivandosi per attirare in Italia il meglio dell’imprenditoria mondiale”.
Nella mozione si sottolinea che nonostante la situazione di crisi occupazionale già in atto nel Paese, il Dpef triennale e la manovra finanziaria, approvata in luglio, hanno aggravato il quadro economico generale con misure di carattere recessivo orientate a una riduzione degli investimenti pubblici senza precedenti e ad un taglio generalizzato di comparti di spesa cruciali per la salvaguardia dei livelli delle prestazioni pubbliche in favore dei cittadini. Inoltre, a breve, potrebbero verificarsi licenziamenti collettivi di notevoli proporzioni. La crisi Alitalia espone all’espulsione oltre 7000 lavoratori; nel settore ferroviario potrebbero determinarsi circa 6000 esuberi; nel settore delle comunicazioni, che vede in atto la ristrutturazione di Telecom, il possibile licenziamento di almeno 5000 lavoratori e per la riorganizzazione di Poste Italiane, si prospettano circa 2000 esuberi. Per ciascuno di questi fronti di crisi, l’impatto in termini occupazionali si estende alle imprese dell’indotto, con un effetto moltiplicatore dei posti di lavoro persi stimato addirittura in tre ad uno per i principali settori. Analoghe preoccupazioni – si legge ancora nella mozione – suscita la situazione del pubblico impiego, in relazione alle politiche di riduzione della spesa di personale annunciate dal Governo. Oltre al settore scolastico, per il quale si profilano circa 87mila esuberi di personale docente e 42mila di Ata per effetto delle misure proposte dal Ministro Gelmini, sono a tutt’oggi esposti all’espulsione circa 240mila lavoratori, per un totale di almeno 370mila precari della P.A.”.

(di seguito il testo integrale della mozione)

Il Senato della Repubblica,

premesso che:

la crisi finanziaria mondiale, la bassa crescita del prodotto interno lordo e le perduranti difficoltà economiche stanno non solo pregiudicando le possibilità di ripresa e di creazione di nuova occupazione nel nostro Paese, ma ormai anche aggravando la precarietà e instabilità di un numero elevatissimo di posti di lavoro esistenti, mettendo a rischio interi comparti produttivi e vaste aree del territorio, in particolare nel Mezzogiorno;
ad evidenziarlo sono, tra gli altri, i dati INPS relativi al ricorso alla cassa integrazione, che segnalano un aumento del 5,74% nel primo semestre del 2008. In particolare, nel periodo indicato la cassa integrazione straordinaria ha fatto registrare un incremento dell’1,59%, per un totale di circa 53 milioni di ore, mentre la cassa integrazione ordinaria è cresciuta addirittura del 15,41%, per un totale di circa 25 milioni e 700mila ore;
i settori maggiormente interessati da tale fenomeno sono risultati il commercio, che ha totalizzato un aumento della cassa integrazione del 122,44%, il settore del legno con una crescita dell’111,64%, l’estrazione di minerali con il 79,62%, il settore delle pelli e del cuoio con il 48,08%; il settore dei trasporti e delle comunicazioni con il 44,40%;
traducendo il totale delle oltre 78 milioni di ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria utilizzate nel primo semestre del 2008 in numero di lavoratori totalmente assenti dalla produzione nello stesso periodo, si raggiunge la cifra di oltre 75mila operai e impiegati;
nonostante la grave situazione di crisi occupazionale già in atto nel Paese, il documento di programmazione economico-finanziaria triennale presentato al Parlamento dal Governo nel luglio scorso non conteneva alcuna indicazione di politiche per lo sviluppo, né prevedeva misure strutturali idonee a contrastare la crisi occupazionale e sostenere il potere d’acquisto di pensioni e salari;
la manovra finanziaria triennale, approvata contestualmente, ha semmai aggravato il quadro economico generale con misure – di carattere manifestamente recessivo – orientate a una riduzione degli investimenti pubblici senza precedenti, per ampiezza ed estensione pluriennale, rispetto alle manovre finanziarie recenti, e ad un taglio generalizzato di comparti di spesa cruciali per la salvaguardia dei livelli delle prestazioni pubbliche in favore dei cittadini;
la mancanza di incisive politiche occupazionali e di sostegno a salari e pensioni è tanto più grave in quanto si segnala un’allarmante impennata dell’inflazione al consumo, per di più caratterizzata da forti differenziazioni territoriali. A fronte di un’inflazione reale che ha raggiunto il 4,1 per cento su scala nazionale ad agosto 2008, al Sud e nelle isole si è toccata nello stesso periodo la punta del 4,4 per cento; e la perdurante rincorsa crescita dei prezzi lascia supporre un netto peggioramento degli indicatori per i mesi futuri;

considerato che:

alcuni comparti industriali registrano a tutt’oggi situazioni di crisi suscettibili di determinare a breve termine licenziamenti collettivi di notevoli proporzioni. Tra gli altri, in particolare, si segnalano: il settore del trasporto aereo, per effetto della crisi Alitalia che a tutt’oggi espone all’espulsione oltre 7.000 lavoratori; il settore automobilistico, che nel mese di agosto ha registrato un calo pari al 26,7% rispetto all’anno precedente, con possibili ripercussioni occupazionali a breve termine; il settore ferroviario, nel quale – in conseguenza dell’annunciata introduzione del “conduttore unico” – potrebbero determinarsi circa 6.000 esuberi; il settore delle comunicazioni, che vede in atto il processo di ristrutturazione di Telecom, con il possibile licenziamento di almeno 5.000 lavoratori su 58.000, e la riorganizzazione di Poste Italiane, per la quale si prospettano circa 2.000 esuberi; il settore chimico, interessato dalla crisi del Petrolchimico di Marghera; l’industria degli elettrodomestici, colpita pesantemente dalle crisi delle società Electrolux e Antonio Merloni;
per ciascuno di questi fronti di crisi, l’impatto in termini occupazionali si estende alle imprese dell’indotto, con un effetto moltiplicatore dei posti di lavoro persi stimato addirittura in tre ad uno per i principali settori. In tal senso, il volume effettivo della contrazione occupazionale derivante da ciascuna crisi aziendale deve ritenersi in molti casi quadruplicato rispetto al numero degli esuberi in gioco, con pesante aggravamento del bilancio complessivo;
a risentire del peggioramento della congiuntura internazionale e della perdurante stagnazione economica nazionale è anche il settore dei servizi, in particolare il commercio e il turismo, colpiti rispettivamente dalla contrazione dei consumi delle famiglie e dalla crisi globale del trasporto aereo conseguente all’aumento del prezzo dei carburanti e, su scala nazionale, dalla crisi di Alitalia;
analoghe preoccupazioni suscita la situazione del pubblico impiego, in relazione alle politiche di riduzione della spesa di personale annunciate dal Governo. Oltre al settore scolastico, per il quale si profilano circa 87mila esuberi di personale docente e 42mila di ATA solo per effetto delle misure proposte dal Ministro Gelmini, sono a tutt’oggi esposti all’espulsione circa 240mila lavoratori, per un totale di almeno 370mila precari della pubblica amministrazione, che pure avevano in larga parte maturato una legittima aspettativa di stabilizzazione a seguito delle misure approvate dal Governo Prodi e poi revocate in via di fatto dall’attuale Governo;

impegna il Governo

ad adottare misure urgenti per contrastare la grave crisi occupazionale nel Paese, combattere la precarietà del lavoro e incentivare l’inclusione dei soggetti oggi sottorappresentati, con particolare riferimento:
– alle donne, attraverso il rafforzamento degli strumenti di conciliazione fra lavoro e vita personale, l’introduzione di un credito fiscale ad hoc per le lavoratrici madri – subordinate, autonome o parasubordinate – l’estensione della rete dei servizi all’infanzia;
– agli ultra cinquantenni, attraverso incentivi al prolungamento dell’età pensionabile e benefici fiscali alle imprese che li assumono;
– ai giovani, per mezzo del potenziamento degli obblighi/diritti di formazione, a partire dalla formazione di base fino a quella professionale e continua, e dell’arricchimento dei contenuti formativi dell’apprendistato;
a sostenere il potere d’acquisto di pensioni e salari e a garantire la dignità e adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori giovani e precari, attraverso rispettivamente la piena indicizzazione delle pensioni, il riconoscimento della “quattordicesima” alle pensioni più basse, secondo la formula sperimentata dal Governo Prodi, l’aumento delle detrazioni per i redditi da lavoro dipendente, la detassazione e decontribuzione dei premi di produttività e la fissazione, nell’ambito di intese con le parti sociali, di un livello minimo di retribuzione per i lavoratori non coperti da contrattazione collettiva;
a potenziare il sistema degli ammortizzatori sociali, estendendolo a tutte le forme di lavoro, anche atipiche, nell’ambito di un processo di unificazione delle tutele e dei diritti riconosciuti a tutti i lavoratori, che preveda anche la progressiva parificazione degli oneri sociali;
infine, ad operare per la massima possibile apertura del tessuto produttivo nazionale agli investimenti stranieri, attivandosi per attirare in Italia il meglio dell’imprenditoria mondiale, che può apportare nuova linfa alla nostra economia, incrementare la domanda di lavoro e valorizzare meglio il lavoro degli italiani anche nei settori nei quali le nostre imprese non raggiungono livelli di eccellenza sul piano internazionale.

FINOCCHIARO, ZANDA, LATORRE, TREU, NEROZZI, ROILO, ADRAGNA, BLAZINA, BIONDELLI, GHEDINI, ICHINO, PASSONI, ADAMO, AGOSTINI, AMATI, ANDRIA, ANTEZZA, ARMATO, BAIO, BARBOLINI, BASSOLI, BASTICO, BERTUZZI, BIANCHI, BIANCO, BONINO, BOSONE, BRUNO, BUBBICO, CABRAS, CARLONI, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CERUTI, CHIAROMONTE, CHITI, CHIURAZZI, COSENTINO, CRISAFULLI, D’AMBROSIO Gerardo, DE CASTRO, DE LUCA, DE SENA, DEL VECCHIO, DELLA MONICA, DELLA SETA, DI GIOVAN PAOLO, DI GIROLAMO Leopoldo, DONAGGIO, D’UBALDO, FILIPPI Marco, FIORONI, FISTAROL, FOLLINI, FONTANA, FRANCO Vittoria, GALPERTI, GARAVAGLIA Mariapia, GARRAFFA, GASBARRI, GIARETTA, GRANAIOLA, GUSTAVINO, INCOSTANTE, LEDDI, LEGNINI, LIVI BACCI, LUMIA, LUSI, MAGISTRELLI, MARCENARO, MARCUCCI, MARINARO, MARINI, MARINO Ignazio, MARINO Mauro, MARITATI, MAZZUCCONI, MERCATALI, MICHELONI, MILANA, MOLINARI, MONGIELLO, MORANDO, MORRI, MUSI, NEGRI, PAPANIA, PEGORER, PERDUCA, PERTOLDI, PIGNEDOLI, PINOTTI, PORETTI, PROCACCI, RANDAZZO, RANUCCI, ROSSI Nicola, ROSSI Paolo, RUSCONI, RUTELLI, SANGALLI, SANNA, SBARBATI, SCANU, SERAFINI Anna Maria, SERRA, SIRCANA, SOLIANI, STRADIOTTO, TOMASELLI, TONINI, VERONESI, VILLARI, VIMERCATI, VITA, VITALI, ZAVOLI.