In assenza di un intervento immediato con un decreto legge, l’1 ottobre la prima aliquota dell’Iva passerà dal 21% al 22%. Il governo ha chiarito che non ci sono le risorse per fare tutto e che è difficile reperire 1 miliardo per posticipare l’aumento dell’Iva all’1 gennaio 2014. Ancor di più lo è trovare i 4 miliardi necessari per abolirlo del tutto.I nodi vengono al pettine. Il governo ha deciso di non far pagare, per il 2013, l’Imu sulla prima casa. Il Pdl, che oggi chiede come noi che l’Iva non aumenti, prenda atto che questa probabilità è anche il frutto della sua battaglia esclusivamente ideologica per l’abolizione dell’Imu, a tutti i costi, per qualsiasi casa, anche quelle di gran lusso. Il Pd, fin dalla campagna elettorale, ha proposto che si estendesse, fino a 600 euro di imposta, l’esenzione sulle prime case. Siamo ancora in tempo: facendo pagare l’Imu al 10% dei proprietari, quelli che hanno case di maggior valore, avremmo a disposizione 2 miliardi, la metà del gettito ottenuto nel 2012, quando a essere esentato fu il 30% degli immobili.

All’onorevole Brunetta voglio ricordare che lanciare proclami e minacce serve a poco, a meno che – a differenza di quando era al governo e produceva più divisioni che soluzioni – non abbia trovato il modo di moltiplicare i soldi a disposizione del governo.
Si tratta di compiere delle scelte. È questo il primo compito della politica. La coperta è corta: scegliamo se ridurre le tasse anche a chi ha, per esempio, un appartamento da 1 milione di euro, o se scongiurare una nuova stangata per tutti. Un aumento dell’Iva colpirebbe in maniera indiscriminata il potere d’acquisto di tutti i cittadini, a partire da quelli a reddito medio-basso, le attività economiche, i consumi già duramente indeboliti dalla crisi. La conseguenza sarebbe un ulteriore aumento della disoccupazione.

Il Pd si batte per spostare il carico fiscale dal lavoro alle rendite, dal reddito di chi attraverso l’impegno quotidiano produce beni e servizi ai grandi patrimoni immobiliari. È importante l’annuncio fatto dal presidente del Consiglio Letta: la legge di Stabilità conterrà misure significative per una prima riduzione delle tasse per i lavoratori e le imprese. È la strada giusta.