Senatore Vannino Chiti, molti nel Pd appoggiano Renzi e si dice stiano saltando sul carro del vincitore. Lei che fa? 
«In effetti molti nel Pd sembra stiano seguendo Renzi. Ma io vorrei discutere di linea politica e di contenuti, non di leadership. Oggi alla Festa Democratica con Cesare Damiano, Pietro Folena e Mimmo Lucà presenteremo un documento, la “Costituente delle idee”.
Lei bersaniano, direbbe le stesse cose anche se a ricandidarsi segretario fosse Bersani? 
«Avrei detto le stesse cose. Anche nel 2009 quando Bersani fu scelto alle primarie battendo Franceschini, non discutemmo di cosa dovrebbe fare un partito democratico, progressista ed europeo. E fu un errore, come nel 2007 quando plebiscitariamente si scelse Veltroni ma non si discusse di idee e linea politica».
E che rischi corre il Pd se non cambia? 
«Quando si avvicina il congresso, le tessere improvvisamente si gonfiano e comunque a votare il segretario vanno in moltissimi che magari si rivedono alle successive primarie. Sono anni che non discutiamo sulle grandi scelte. Fare i plebisciti sulle persone sarebbe un alibi per mettere ancora una volta la politica in un angolo. Senza una politica forte, un partito progressista scompare».
Il leader Udc Casini alla Festa vi ha un po’ preso in giro: “con la scelta tra Letta e Renzi moriremo tutti democristiani…”. 
 «Non mi preoccupa il fatto di dover scegliere tra Letta e Renzi per il candidato premier, il partito è composto da persone che vengono dal Pds, cioè dalla sinistra, dal cattolicesimo progressista, dal mondo dell’ecologismo o dei diritti umani. Mi preoccupa se discutiamo di come ci si muove in tv e non sui contenuti. Mi preoccupa se il Pd vive, come è successo ultimamente, come confederazione di correnti più o meno personali. Questo a volte vanifica, sempre umilia, il lavoro generoso di migliaia di militanti: una forza su cui puntare per il nostro futuro. Se si pensa di far vivere il partito solo quattro giorni all’anno per le primarie, allora stiamo sbagliando.
E qual è il Pd che avete in testa? 
«Un partito della sinistra plurale, europeo, che tenga insieme sinistra, cattolici progressisti, l’anima ecologista e quella dei diritti umani. Guardiamo all’Europa come a una democrazia sovranazionale e alla centralità del lavoro. Ci confronteremo su otto punti fondamentali con i candidati alla segreteria e in base alle risposte decideremo chi sostenere».
Vittorio De Benedictis