La grave situazione della Siria, dove migliaia di persone sono cadute sotto i colpi di un regime sanguinario, è stata troppo a lungo ignorata dalla comunità internazionale. Oggi, di fronte all’evidenza che gli uomini di Assad abbiano utilizzato armi chimiche contro la popolazione, gli Stati Uniti, insieme a pochi altri paesi, stanno decidendo la possibilità di un attacco militare. Sarebbe un grave errore. Il comportamento del regime siriano è di assoluta gravità e colpisce in modo drammatico i diritti umani. L’uso di armi chimiche è un crimine contro l’umanità: non può avere né prescrizione né indifferenza. Va condannato. Assad deve essere ancor più isolato e costretto a lasciare il potere. È il compito dell’Onu, dei paesi democratici, una condizione fondamentale per avviare in Siria un processo di pacificazione. Il rischio di una guerra in Medio Oriente prefigura però scenari catastrofici. La guerra non risolve ma distrugge e complica tutto.
È doveroso accogliere l’appello lanciato da Papa Francesco: mai più la guerra. L’invito del Santo Padre a osservare, il 7 settembre, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria sta raccogliendo autorevoli adesioni e ampio sostegno. Io stesso ho aderito.

Le risorse previste per azioni militari siano impiegate per sostenere i profughi e in particolare i bambini, una popolazione provata da anni di guerra civile e di feroce repressione.
L’ingerenza umanitaria, come la definiva Papa Giovanni Paolo II, o – come spesso diciamo noi – operazioni di polizia internazionale possono essere decise come extrema ratio, ma in alcun caso senza un mandato dell’Onu. Ciò vale anche in questa circostanza, in riferimento all’uso della forza per colpire alcuni obiettivi militari così da punire e indebolire Assad.
È vero che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è paralizzato dal diritto di veto, ma la soluzione non è scavalcarlo. Occorre invece procedere senza indugio ad una riforma dell’Onu, la cui organizzazione riflette ancora gli equilibri del secondo dopoguerra.
Sarebbe necessario un incontro urgente delle forze politiche che fanno parte dell’Alleanza Progressista dei Democratici e dei Socialisti, per dar vita ad una iniziativa comune a livello europeo.
Mi auguro che il Pd si decida a chiederlo.