Papa Francesco in Brasile, alla Giornata mondiale dei giovani, ha lanciato un messaggio forte di solidarietà, difesa e promozione della dignità della persona. In questi primi mesi, con scelte e atti concreti, non solo con le parole, sono venute sollecitazioni grandi ad un rinnovamento della Chiesa, prima di tutto nei suoi rapporti con i poveri e gli emarginati. Ai giovani ha detto che la fede è rivoluzionaria e che va vissuta con gli altri, per non rinunciare a realizzare un mondo migliore e più giusto. Bisogna educare i giovani – ha detto Papa Francesco – «ai valori che costruiscono la vita comune, accompagnando chi è in difficoltà e donando speranza nel futuro». L’immagine che il Papa dà richiama la grande stagione di Giovanni XXIII, delle speranze e attese che accompagnarono il Concilio Vaticano II: Chiesa non giudice ma educatrice e maestra di umanità; aperta all’ascolto e al perdono; capace di indicare ciò che è il bene e ciò che è il male, ma in grado di trasmettere al peccatore l’amore e la misericordia di Dio; forte recupero della collegialità e del ruolo dei laici. Segnano una svolta nel segno della tolleranza e del rispetto verso tutte le persone le parole pronunciate a proposito degli omosessuali: «Se una persona è gay, cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?». Nella visita in Brasile Francesco ha visitato un ospedale specializzato nella cura dei tossicodipendenti, prendendo una posizione forte: «il narcotraffico, che favorisce violenza e semina morte, richiede un atto di coraggio di tutta la società. Quanti ‘mercanti di morte’ seguono la logica del potere e del denaro ad ogni costo!». Andando in visita nella favela Varginha, incontrando i suoi abitanti, entrando in una casa-baracca dove era atteso da una famiglia, ha affermato: «Nessuno può rimanere insensibile alle diseguaglianze che permangono nel mondo. Tutti, in base alle proprie opportunità e responsabilità, dovrebbero essere in grado di dare il proprio contributo per mettere fine a così tante ingiustizie sociali». Il pontificato di Francesco, dopo la grande enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI, è una straordinaria occasione non solo per la Chiesa o per i cristiani, ma per tutti quelli che sono convinti non ci si debba rassegnare al mondo così come è, ma si debba operare per renderlo più giusto e migliore, sostenibile per le persone e per l’ambiente.
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