A 60 giorni dalle elezioni politiche, l’Italia ha finalmente un Governo. L’Esecutivo guidato da Enrico Letta si caratterizza prima di tutto per il rinnovamento nella sua composizione, con una forte presenza di donne e di giovani. E’ un governo sostenuto da Pd-Pdl-Scelta Civica: un passaggio difficile, per noi come per le altre forze politiche, ma, come ha sottolineato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella situazione determinata dall’esito del voto è l’unico governo possibile. Non è la soluzione che avremmo preferito: l’indisponibilità del Movimento 5 stelle a farsi carico di soluzioni positive, ha fatto sì che l’unica alternativa sarebbero state le elezioni anticipate. Un disastro per l’Italia: oltre 700 mila cassintegrati sarebbero diventati disoccupati; sarebbe rimasto irrisolto il tema degli esodati; con l’aumento dell’Iva l’economia e i consumi avrebbero subito un altro colpo, mentre la priorità è creare posti di lavoro.
Il Governo Letta, che dobbiamo sostenere con impegno e lealtà, sollecitandolo sui punti programmatici per noi prioritari, ha davanti a sé un compito difficile: dovrà affrontare immediatamente le urgenze economiche e sociali, in primo luogo il tema dell’occupazione. Il Presidente del Consiglio lo ha collocato al primo posto dell’agenda. E’ giusto: senza la creazione di posti di lavoro non c’è sviluppo né coesione o solidarietà. Si disgrega la società.
Negli incontri con Merkel, Hollande, Barroso, Van Rompuy e Rajoy, Letta ha insistito sulla necessità di un cambio di rotta nelle politiche europee: al loro centro deve esserci l’azione per l’occupazione e contro le povertà. Nel suo discorso di insediamento alle Camere, Letta ha affrontato altri temi rilevanti per l’Italia: fra tutti il contributo del governo per la riforma delle istituzioni; una nuova legge elettorale; la riduzione dei costi della politica. Di questo parlerò la prossima settimana.
Ora voglio concludere con una sottolineatura politica. E’ decisivo che l’azione del governo Letta sia coronata da successo, che le priorità del programma siano attuate. Non si tratta di una nostra ingenuità o di fiducia acritica verso in nostri avversari – il Pdl – in questa fase alleati: si tratta di responsabilità verso l’Italia e di impegno coerente a costruire per questa via un bipolarismo maturo e serio, secondo i modelli delle democrazie europee, archiviando conflittualità e contrapposizioni continue, un prevalere di fazioni che distrugge la fiducia dei cittadini nella politica e nelle istituzioni.