Il 1° Maggio in tutto il mondo si celebra la Festa del Lavoro: è l’occasione per ricordare l’impegno del movimento sindacale dei lavoratori e riflettere sui traguardi raggiunti nei diritti. Il primo maggio del 2013 ci dice ancora una volta che questa festa è soprattutto un occasione di rinnovato impegno.  
La crisi continua a colpire, l’Italia è al quinto anno di recessione, le aziende chiudono, i giovani non trovano un’occupazione stabile e dignitosa, chi ha un lavoro e lo perde precipita nella disperazione. Il prezzo più alto viene pagato dai settori sociali più deboli e anche da quelli che un tempo venivano definiti ceti medi. Bisogna riflettere sulla grave recessione che stiamo vivendo e rilanciare politiche per l’occupazione. Questo, oggi, è il primo compito del nuovo governo. Un piano per la riduzione del costo del lavoro, per rilanciare lo sviluppo puntando su innovazione e sulla Green Economy è necessario e urgente.

Dobbiamo voltare pagina: il rigore da solo non basta. Italia ed Europa non possono sopportare l’ingiustizia di tanti disoccupati. Affrontare la crisi con le sole misure di austerità, oltre a deprimere ancora di più l’economia, peggiora le condizioni di vita delle persone, minando la coesione della società. Il risanamento finanziario, dunque, è sì necessario, ma non può essere separato dal diritto al lavoro, dall’avvio di uno sviluppo nuovo, socialmente e ambientalmente sostenibile.
L’Italia dovrà contribuire a rendere vincente  questa volontà di cambiamento all’Unione Europea. Abbiamo bisogno dell’Europa ma quella che vogliamo è un’altra Unione: una democrazia sovranazionale in grado di governare i grandi processi economici, le sfide climatiche, la politica estera e di sicurezza. Bisogna porre all’ordine del giorno il tema della costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Questa è la sfida che abbiamo davanti e che dobbiamo vincere. Altrimenti, non si affermeranno nuovi diritti di cittadinanza, ma arretreremo dai traguardi già raggiunti.
Buon primo maggio!