Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo discorso di insediamento di fronte al Parlamento ha richiamato le forze politiche ad assumersi le proprie responsabilità, ponendo fine alle contrapposizioni permanenti. Il bene dell’Italia, in un momento di crisi tanto grave, va posto davanti a tutto. Il Presidente ci ha chiesto di ricercare l’intesa su alcune priorità programmatiche, da dare al più presto un governo al Paese. Napolitano ha ragione: le sue non sono invenzioni. La situazione è grave: manca il lavoro, peggiorano le condizioni di vita delle famiglie, i giovani stanno perdendo la speranza nel futuro. L’Italia ha bisogno di un governo di alto profilo, stabile, che affronti le urgenze economiche e sociali, la riforma delle istituzioni, una nuova legge elettorale, la riduzione dei costi della politica. Come ho detto la crisi economica e sociale che stiamo vivendo, se non si interviene subito, è destinata ad aggravarsi. Già il quadro che abbiamo davanti è sconsolante, con la metà degli italiani che hanno forti difficoltà ad arrivare a fine mese. A giugno scadranno gli ammortizzatori sociali in deroga e dal primo luglio aumenterà l’Iva dal 21 al 22 per cento. Dobbiamo prendere misure per risolvere il problema dei cittadini rimasti senza lavoro e senza pensione (i famosi “esodati”), per contrastare le nuove forme di povertà e di esclusione sociale, come avviene a quanti, a 40 o 50 anni, rimangono improvvisamente disoccupati, dopo una vita di lavoro regolare, o giovani con contratti che non offrono nessuna tutela.

È il momento di avere coraggio: è in gioco il futuro dell’Italia, la nostra capacità di dare risposte riformatrici, sostenere l’avvio di uno sviluppo sostenibile, ricostruendo un rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni. Il Partito Democratico è in campo per raggiungere questi obiettivi. PS: cade in questa settimana il 25 aprile, anniversario della liberazione dal nazifascismo, la festa di tutta l’Italia democratica. È compito di ogni cittadino quello di tenere viva la memoria perché mai più certe tragedie della storia si ripetano.