Il nostro Paese sta vivendo una fase difficile sul piano economico e sociale. Molti italiani vivono ormai da mesi in situazioni di disagio, le famiglie e le imprese sono in continua emergenza.
Secondo l’ultimo rapporto annuale dell’Istat, le famiglie in condizioni di povertà relativa sono l’11,1%. Si tratta di oltre 8 milioni di persone, il 13,6% della popolazione residente. Nel 2012 il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 4,8%. Numeri a parte, è la cronaca quotidiana che spesso ci racconta la crisi economica e come questa influisca e condizioni la vita di milioni di cittadini. Nei giorni scorsi siamo rimasti scossi per la tragica vicenda accaduta a Civitanova Marche, dove un esodato, la moglie pensionata e suo fratello si sono tolti la vita. Una tragedia, non l’unica purtroppo, che ha sconvolto il Paese, confermando l’emergenza sociale che stiamo vivendo.

Per questi motivi il Partito Democratico sabato 13 promuove  iniziative, a cominciare da Roma, sul tema delle povertà e delle disuguaglianze. I circoli territoriali del Pd di Corviale, Torbellamonaca, San Basilio, Laurentino, Scampia, San Salvario, – quartieri di Roma, Napoli e Torino – saranno protagonisti di un’assemblea ‘Contro la povertà, per un governo di cambiamento.’
Mi auguro che se ne costruiscano tante in Italia e poi vi sia una mozione del Pd alla Camera e al Senato. É necessaria una nuova politica, concretamente vicina ai cittadini e al mondo dei lavori.

C’è bisogno di  risposte urgenti. Il decreto legge che stanzia 40 miliardi per restituire alle imprese una parte dei debiti accumulati dalla Pubblica Amministrazione, è solo un primo passo. Dobbiamo prendere misure per gli esodati; i lavoratori che a giugno resteranno senza cassa integrazione; le famiglie sfrattate per morosità dovuta al crollo delle condizioni di vita. Deve essere ri-finanziato il fondo nazionale per la lotta alle povertà da far gestire alle Regioni. Per affrontare questioni tanto serie il Pd vuole  un governo di cambiamento, capace di far superare l’emergenza economica e sociale. Tornare a votare sarebbe un disastro, ancor più con questa legge elettorale, che continuerebbe a darci instabilità e paralisi istituzionale.