Nel momento in cui scrivo non è dato ancora di sapere come si concluderà il tentativo di Bersani di dar vita ad un nuovo governo. I margini sono molto stretti, ma l’Italia ha bisogno di un governo di svolta, che affronti le urgenze economiche, in primo luogo la questione dell’occupazione, le riforme istituzionali, una nuova legge elettorale, misure che riducano i costi della politica. Le parti sociali – dai sindacati agli imprenditori, al terzo settore – hanno sottolineato con efficacia la drammaticità della situazione e la necessità di una risposta: in altri termini di un governo stabile.
In Italia, per ragioni politiche e programmatiche, non esistono oggi le condizioni per dar vita a governi di grande coalizione: Pd e Pdl vengono da anni di forte contrapposizione, hanno impostazioni alternative. E’ giusto e doveroso sul tema delle riforme istituzionali e sulla stessa elezione del Presidente della Repubblica ricercare convergenze ampie, che non escludano pregiudizialmente nessuna forza politica parlamentare. Il governo deve però essere espressione del Pd e della coalizione che è risultata prima alle elezioni: sono state indicate le priorità, dal lavoro, al rilancio dello sviluppo, attraverso l’economia verde, le energie rinnovabili, una riorganizzazione dei trasporti, le centralità dell’istruzione e della ricerca.

Ora la parola passa agli altri: al loro senso di responsabilità nei confronti del Paese. Delude in modo particolare il comportamento del Movimento Cinque Stelle: chi ha il 25 per cento dei consensi non può permettersi il lusso di disimpegnarsi dal compiere il proprio dovere. Non è con la propaganda né con il presentarsi incontaminati, in video auto-costruiti, che si dà un contributo al futuro dell’Italia. Do Atto ai parlamentari del Movimento Cinque Stelle di avere un comportamento corretto, pieno di rispetto verso le istituzioni: al tempo stesso vi è l’impressione continua che le decisioni che contano, vengano calate dall’alto e dall’esterno e cosi imposte.
L’Italia non ha bisogno di nuove elezioni politiche tra pochi mesi, ma di trovare occasioni di impegno convergente, di condivisione per uscire dal tunnel della crisi. Il Pd gioca se stesso per dare un governo e un futuro all’Italia: i cittadini vedranno e giudicheranno chi invece gioca solo per lo sfascio.