È stato presentato il nuovo indicatore di benessere elaborato dall’Istat e dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro: si chiama Bes (benessere equo e solidale), prende in esame 12 voci – tra le quali salute, lavoro e ambiente – e 134 “termometri”. L’obiettivo è quello di monitorare lo stato di salute del Paese con indicatori che vadano al di là del Pil, il misuratore che la fa da padrone a livello mondiale. È importante che da oggi in Italia sia disponibile questo nuovo strumento, elaborato da due soggetti autorevoli come l’Istat e il Cnel, l’organo di consulenza delle Camere e del Governo previsto dalla Costituzione, di cui fanno parte i rappresentanti delle categorie produttive, dei sindacati e del terzo settore.
Sulla base del primo rapporto sul Bes, 6,7 milioni di italiani vivono in condizione di difficoltà economiche. Appena un anno fa erano 2,5 milioni in meno. Tra il 2007 e il 2011 il potere d’acquisto dei cittadini si è ridotto di cinque punti percentuali e per farvi fronte le famiglie hanno attinto ai risparmi accumulati in passato. Per mantenere il proprio tenore di vita, oltre che il ricorso ai risparmi, è cresciuto quello al credito al consumo.
L’indagine sottolinea anche come nel Paese stia crescendo la disuguaglianza. In particolare cresce la distanza tra il 20% più ricco e il 20% più povero della popolazione.
Sul fronte dell’ambiente, dal rapporto Bes emerge un quadro contraddittorio: aumenta la disponibilità di verde urbano e delle aree protette, ma il dissesto idrogeologico è una emergenza su tutto il territorio nazionale.

È la fotografia di un’Italia in difficoltà, che soffre, si batte per andare avanti con dignità. Di fronte ad una situazione di profondo disagio sociale, che riguarda la vita quotidiana di tante persone, è indispensabile una assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche. Gli italiani guardano con preoccupazione e speranza alle scelte dei partiti. Abbiamo bisogno di un governo autorevole, che operi per il rilancio dell’economia, la creazione di posti di lavoro, la riforma delle istituzioni, l’approvazione di una nuova legge elettorale, l’abbattimento dei costi della politica. Un governo all’altezza di questi compiti, per le regole della democrazia non può che essere formato da Bersani: il Pd non ha vinto le elezioni ma è la prima forza. Il centrosinistra è maggioranza relativa al Senato, assoluta alla Camera. Così funziona la democrazia ovunque.
Ogni gruppo parlamentare e ciascun eletto risponderà di fronte ai cittadini della scelta che assumerà: per il cambiamento vero o per l’ingovernabilità e l’avventura.