Nel dibattito politico di questi giorni non bisogna perdere di vista i contenuti: le priorità per l’Italia che governo e Parlamento dovranno affrontare nei prossimi mesi.
A giugno scadranno gli ammortizzatori sociali e dal primo luglio aumenterà l’Iva dal 21 al 22%. Senza interventi adeguati, ci troveremmo di fronte a un’emergenza sociale: migliaia di lavoratori sarebbero licenziati e si verificherebbe un nuovo crollo dei consumi e dei redditi delle famiglie. La questione dei cosiddetti ‘esodati’ è tutt’altro che risolta: bisogna intervenire subito per assicurare un futuro sereno a quanti sono stati lasciati senza lavoro e senza pensione. Le imprese vantano crediti per circa 90 miliardi di euro con la Pubblica Amministrazione: è necessario liquidare almeno quelli che risalgono ad un anno o più. È una delle vie per agevolare il rilancio delle attività produttive e un po’ di fiducia nel futuro.
I cittadini con pensioni medio-basse o le famiglie monoreddito con bambini in età scolastica, subiscono il peso dell’Imu sulla prima casa: dobbiamo alleggerirla portando la soglia di esenzione a 400-500 euro, come abbiamo detto in campagna elettorale. I comuni sono alla paralisi, anche se hanno bilanci attivi: non possono utilizzare neanche parte dell’avanzo di amministrazione. Così si mortificano le istituzioni, la possibilità di creare lavoro, una risposta alle esigenze dei cittadini.

Questi sono temi concreti e urgenti contenuti nei punti programmatici approvati dal Pd. Possono essere affrontati da un governo tecnico? No e soprattutto un tale governo non sarebbe in grado di mettere in campo politiche per superare le disuguaglianze sociali.
È necessario che i gruppi politici presenti in Parlamento e i singoli parlamentari siano posti di fronte a questi interrogativi e si assumano le loro responsabilità. Noi democratici dobbiamo uscire dalla paralisi per la delusione elettorale. Occorre promuovere iniziative di incontro con i cittadini, i giovani, il mondo del lavoro dipendente, autonomo e imprenditoriale. I nuovi eletti devono impegnarsi in prima persona in questi confronti: le azioni in Parlamento sono necessarie ma dobbiamo al tempo stesso far sentire ai cittadini che al centro della nostra proposta vi sono le priorità del Paese, non nostri interessi di parte.