Si chiude una campagna elettorale che Pdl e Lega hanno condotto all’insegna delle solite, facili promesse: tanto fumo, nessuna serietà. Grillo ha dato forma di spettacolo a invettive e pericolose contrapposizioni alla democrazia. Altri hanno discettato sul superamento delle categorie di progressista e conservatore. Il Pd ha scelto il linguaggio della verità e della responsabilità, assumendo un impegno con gli italiani: ci candidiamo con una proposta di governo seria per la ricostruzione del nostro paese. Solo il centrosinistra può garantire un governo stabile e un primo ministro scelto nelle primarie da più di 3 milioni di persone. Pdl e  Lega hanno governato 10 anni degli ultimi 12, portando l’Italia sull’orlo del baratro, con più debito pubblico, più tasse e più disoccupazione. Oggi si ripresentano uguali a sé stessi e non si sono messi d’accordo neppure sul nome del candidato alla Presidenza del Consiglio. Monti, Fini e Casini non hanno reali possibilità di vittoria, soprattutto non hanno voluto fare chiarezza sulle alleanze: in Europa esistono impostazioni diverse sulle politiche economiche e sociali. Loro dove si collocano, con i progressisti o con i conservatori? La lista di Ingroia, dietro cui si nasconde la premiata ditta Di Pietro-Ferrero-Diliberto, non è stata seconda a nessuno negli attacchi al centrosinistra, secondo il solito refrain dei puri più puri che, volendo tutto epurare, non vedono più chi siano i reali avversari. In questo modo si finisce solo per disperdere voti in alcune regioni indispensabili per battere la destra. Grillo non è un comico brillante, né il profeta della giustizia e del nuovo che avanza: è il capo autoritario di un movimento dai tratti populisti, che mette a rischio i cardini della nostra democrazia. Il suo non è un programma di governo: promette 1000 euro al mese per tre anni alle famiglie siciliane, poi ci ripensa e li offre a tutti; vuole uscire dall’euro; è ostile all’Europa; inventa storielle sul non pagare i debiti dello Stato. Tutto e il suo contrario. Per questo non accetta confronti tv: non è in grado di affrontare il contraddittorio. L’Italia ha bisogno di sviluppo e equità, di misure che si facciano carico di ridurre le disuguaglianze. La coalizione di centrosinistra si candida a guidare il paese con proposte per lo sviluppo e l’occupazione; la riduzione delle tasse su lavoratori e imprenditori; il sostegno alle pensioni più basse; il rilancio dell’istruzione e della sanità; una maggiore sobrietà ed efficienza delle istituzioni. Girando per il paese, incontrando i lavoratori, gli imprenditori, ma anche gli amministratori pubblici, si toccano con mano i guasti e si avvertono la preoccupazione e la sfiducia diffuse tra i cittadini. Bisogna imboccare subito una strada diversa. Per farlo serve una maggioranza di centrosinistra forte. Pdl e Lega hanno fallito, pur disponendo di una maggioranza mai vista: non sono né credibili né affidabili. Impegniamoci per un voto al Pd e per una grande vittoria del centrosinistra.

Vannino Chiti