Ore 16.44 – (ASCA) – ”Le leggi elettorali e le modifiche costituzionali si costruiscono in parlamento, il ruolo del governo e’ favorire il dialogo e il confronto non assumere posizioni determinanti”. La prima obiezione che il vicepresidente del Senato del Pd, Vannino Chiti, muove alla possibilita’ che venga presentato gia’ al primo Consiglio dei ministri dopo la pausa ferragostana, un disegno di legge di riforma della legge elettorale europea e’ sopreattutto nel metodo.
”Loro vanno avanti con provvedimenti che portano il marchio del governo – polemizza l’ex ministro delle Riforme – vedremo se in parlamento ci sara’ ci sara’ la possibilita’ di un confronto, e’ sbagliato andare a testa bassa e a maggioranza su questi argomenti”. Ma Anche nel merito la riforma che si prefigura nelle dichiarazioni dei vari leader del centrodestra non piace all’esponente del coordinamento del Partito democratico: ”Per noi la legge elettorale per le europee deve essere corretta in due direzioni, la prima e’ che lo sbarramento non deve essere superiore al 3%, mentre Calderoli e Berlusconi parlano di soglie al 4 o addirittura al 5%”. ”Il secondo aspetto su cui intervenire e’ l’aumento del numero dei collegi, quelli attuali sono mostruosi – rileva Chiti – siamo favorevoli a portarli a 10 o anche 12, per rendere piu’ facile il rapporto tra eletti e cittadini, ma anche con le istituzioni locali”.
”Personalmente – chiosa il senatore del Pd – penso che non si debbano togliere le preferenze come sembra voler fare il presidente del Consiglio, perche’ indebolirebbe un rapporto con i rappresentanti in Europa gia’ complesso e dalle sue dichiarazioni vedo che Veltroni la pensa come me”.