A pochi giorni di distanza dall’ennesima sanguinosa pagina di scontri tra israeliani e palestinesi e dopo lo storico voto che ha ammesso all’Onu la Palestina come Stato osservatore, assume un particolare significato la presenza oggi a Pistoia di Joseph Levi, Rabbino Capo della Comunità ebraica di Firenze, e Izzedin Elzir, Imam di Firenze e presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia. I due leader religiosi saranno premiati, insieme a rappresentanti di induisti e buddisti, nell’ambito della 30ª edizione della Giornata della Pace intitolata a Giorgio La Pira e dedicata quest’anno al dialogo tra le religioni.
La parola ‘pace’ racchiude in sé i concetti di giustizia, non violenza, dignità di ogni persona. La conquista della pace nel mondo è un grande sogno che attraversa la storia dell’umanità: dobbiamo fargli compiere concreti passi avanti.
Il dialogo tra le religioni rappresenta un contributo essenziale alla costruzione della pace ed alla realizzazione di rapporti di cooperazione tra Stati e tra popoli. Nell’epoca della globalizzazione, la religione orienta ancor più la vita delle persone, è decisiva rispetto agli stili di vita, alla valorizzazione della dignità di ogni essere umano, al cambiamento del modello di sviluppo, così da renderlo sostenibile per il nostro pianeta. Abbattere i muri e costruire ponti: è questa una via per la pace.

Giorgio La Pira lo aveva compreso e aveva dato avvio a Firenze al dialogo tra cristiani, ebrei e musulmani. Il crocevia dei popoli mediterranei, nella sua visione, è Gerusalemme, città santa per le fedi dei discendenti da Abramo. È necessario “operare, – così in un discorso del 1965 – in ogni settore, perché il muro che ancora separa il popolo di Israele dai popoli arabi sia abbattuto, e perché la pace torni davvero a prendere sede stabile nella città della pace: a Gerusalemme!”.
I recenti scontri tra Israele e Hamas hanno prodotto ancora morte e distruzione. Nuove vittime, tra cui tanti bambini innocenti.
Oggi è in vigore una tregua e c’è soprattutto la decisione dell’Onu, alla quale l’Italia ha detto sì, grazie anche alla determinazione del Pd. Devono riprendere le trattative di pace: il dialogo è l’alternativa ad una guerra infinita. La soluzione risiede nella nascita di uno Stato autonomo palestinese, accanto a quello di Israele, e in garanzie internazionali per la sicurezza.
I palestinesi e gli Stati arabi devono riconoscere senza ambiguità il diritto di Israele ad esistere.

Un ruolo attivo dell’Europa è indispensabile. Anche nella votazione all’Onu si è proceduto in ordine sparso: Italia, Francia e Spagna favorevoli; Germania e Inghilterra astenute. È la conferma del deficit politico dell’Europa, che pesa sia nelle insufficienti risposte alla crisi economica sia nella sua iniziativa internazionale. Dare vita ad una democrazia sovranazionale, agli Stati Uniti d’Europa, diviene ancor più un obiettivo politico primario, la vera discriminante per le forze progressiste.
Il riconoscimento attribuito a Izzedin Elzir e Joseph Levi vuole allora essere un segno di speranza nella costruzione di una pace duratura che assicuri a israeliani e palestinesi un futuro di prosperità e amicizia.