Il primo turno delle primarie ha registrato una grande partecipazione. I cittadini vogliono decidere e le primarie sono una occasione di democrazia che avvicina di nuovo alla politica.
Oltre tre milioni di italiani hanno potuto e voluto scegliere il loro candidato premier, sottoscritto la Carta d’intenti, fatto la fila ai gazebo, espresso il loro impegno per far ripartire l’Italia. È stata una prima, certamente non ancora sufficiente, risposta all’astensionismo, che non deve essere il vincitore delle prossime elezioni. Di fronte ad una iniziativa politica seria gli elettori non rimangono a casa.
In queste primarie di centrosinistra il Partito Democratico ha avuto un ruolo decisivo: siamo un partito di popolo, con un radicamento sul territorio, che permette a iscritti e simpatizzanti di sentirsi coinvolti nelle scelte decisive.
Mi auguro che in questa settimana non si inventino – come hanno fatto alcuni del comitato del sindaco Renzi – scontri sulle regole. Si deve dare spazio ai contenuti. Nel ballottaggio di domenica prossima sono in campo due impostazioni differenti sulla proposta di governo del centrosinistra. Due esempi: una patrimoniale sui redditi molto elevati, così da avere equità nel fisco e nei sacrifici per il risanamento; le politiche per l’occupazione e lo sviluppo, che non possono riecheggiare ricette fallite uno o due decenni fa. È sulla base di queste scelte che mi convince la candidatura di Bersani alla guida del governo: abbiamo bisogno di una netta alternativa politica, culturale e programmatica al neoliberismo delle destre, responsabile della crisi di questi anni.

Abbiamo bisogno di un rilancio dell’Italia fondato sulla centralità del lavoro, su uno sviluppo che rispetti l’ambiente e la dignità di ogni persona, su un welfare che garantisca uguaglianza nelle opportunità di vita.
Pier Luigi Bersani sa unire. È in grado di assicurare competenza e innovazione.
Renzi ha dimostrato di saper avvicinare alla politica cittadini che ne erano lontani: è un bel contributo. Ora, dopo le primarie, sarà importante che venga messo a disposizione del Pd e che quest’ultimo sappia compiutamente farne tesoro.