Le primarie del centrosinistra rappresentano una grande occasione di partecipazione per i cittadini. Le elezioni regionali in Sicilia hanno confermato che in Italia il primo partito è quello del non voto. Il rischio è che in tutto il paese prevalgano la sfiducia, i movimenti populisti, una perdita di speranza verso il nostro futuro.
È importante che i partiti si aprano alla società e favoriscano il confronto sulle priorità per l’Italia.
Le primarie non si tengono solo per scegliere la donna o l’uomo che guiderà la coalizione di centrosinistra: sono in campo idee diverse all’interno di una visione comune, quella contenuta nella Carta d’intenti dei democratici e dei progressisti, sottoscritta dai partiti, dai candidati e dagli elettori della coalizione. La scelta che siamo chiamati a compiere è quindi sui contenuti, oltre e prima ancora che sulle persone.
La campagna elettorale per le primarie, a mio avviso, è stata caratterizzata troppo da bisticci sulle regole o da personalismi che nulla hanno a che vedere con la piattaforma che stiamo costruendo. Il confronto deve concentrarsi sulle proposte avanzate per il lavoro, lo sviluppo, l’istruzione, i diritti. Sulla nostra idea e sul nostro contributo per realizzare gli Stati Uniti d’Europa. Sulle alleanze da costruire per invertire il declino dell’Italia.

Io voterò per Bersani, perché penso che il Presidente del Consiglio debba avere autorevolezza, competenza, esperienza, coraggio e capacità di realizzare una innovazione nella politica, nello sviluppo, nelle istituzioni. Deve essere capace di unire, di federare, non di dividere. In tutti i campi della nostra società è necessario garantire uguaglianza di opportunità di vita e premiare il merito.
Il futuro non è scontato e dipende dall’impegno di ognuno. Un governo politico di progressisti e moderati, uniti da un progetto riformista per l’Italia e l’Europa, e guidato da Bersani è la premessa per iniziare il giusto percorso.