La ripresa dello scontro armato in Medio Oriente, con il lancio di missili da Gaza verso Israele e la violenta controffensiva dei raid israeliani, lascia sgomenti. Il bilancio di pochi giorni di scontri sono decine di morti innocenti, tra di essi molti bambini, e situazioni di terrore per le popolazioni. È proprio all’interesse delle donne e degli uomini che vivono nella regione che bisogna guardare per compiere scelte decisive. Le armi devono cessare di sparare, subito. Ma la tregua non è sufficiente: si deve avviare un negoziato che affermi due diritti inseparabili, quello di Israele a vivere in sicurezza dentro i propri confini, e quello del popolo palestinese ad avere un proprio stato indipendente. Uno statuto particolare dovrà essere trovato per Gerusalemme, città santa a cui guardano tre religioni: quella ebraica, quella cristiana e quella musulmana.
Perché questo disegno si realizzi serve un ruolo attivo da parte della comunità internazionale. Due soggetti in particolare devono esercitare la loro leadership: gli Stati Uniti e l’Europa.
I primi quattro anni dell’amministrazione Obama sono stati positivi ma proprio sul Medio Oriente serve una accelerazione. Gli Stati Uniti guidati dai democratici dovranno esercitare a pieno la loro influenza perché si trovi un accordo vero e duraturo.
L’Europa, dal canto suo, deve uscire dal guscio in cui si è racchiusa e contribuire al rafforzamento della pace, della democrazia e della cooperazione. Ovunque e tanto più in un’area per essa vitale come il Mediterraneo. Vincere le sfide contro i totalitarismi, il terrorismo e le guerre significa contribuire a diffondere libertà, democrazia, sviluppo sostenibile in tutto il Pianeta. Perché l’Europa smetta di essere un nano politico serve il coraggio di una scelta storica: varare gradualmente le riforme necessarie per far nascere gli Stati Uniti d’Europa. È il compito, oggi, delle forze progressiste.
P.S. Domenica si tengono le primarie del centrosinistra per scegliere il candidato premier. È una grande occasione di partecipazione per tutti i cittadini. Costruiamo, tutti insieme, il futuro dell’Italia. Chi vuole può sottoscrivere la carta d’intenti dei democratici e dei progressisti, scegliendo chi dovrà guidare il rinnovamento del nostro paese. Io voterò per Bersani, perché lo ritengo il più autorevole, competente, capace di unire e insieme di reale innovazione.