Dal voto in Sicilia giunge un messaggio di speranza: l’elezione di Rosario Crocetta a Presidente della Regione. È un segnale di cambiamento. Il partito più forte è stato purtroppo l’unico che non esprimeva un candidato per la presidenza: quello dell’astensionismo. Il 52,58% dei siciliani non è andato a votare. È un dato senza precedenti. Secondo i sondaggi, alle prossime elezioni politiche l’astensionismo potrebbe attestarsi attorno al 40%. È un campanello d’allarme per la democrazia, da non sottovalutare.
Anche l’affermazione del Movimento 5 Stelle – primo partito in Sicilia – con il suo messaggio di protesta, che sfocia spesso nell’antipolitica, esprime il malessere diffuso tra i cittadini. La lunga stagione del berlusconismo ha prodotto disastri in economia e macerie nel campo sociale, culturale, dei valori. Una sequenza senza precedenti di scandali, episodi ostentati di malcostume, di corruzione uniti a una crescente autoreferenzialità della politica – favorita da una pessima legge elettorale – ha accresciuto la distanza tra istituzioni e cittadini.
Una risposta è urgente. Le primarie per scegliere il candidato premier del centrosinistra possono costituire un’occasione importante anche per ricreare voglia di partecipare, a patto che si parli di programmi, di lavoro, istruzione, futuro dell’Italia, senza dar luogo ad un assurdo bisticcio sulle regole, o a repliche verbali del berlusconismo, con parole come rottamazione, sprezzanti verso le persone, e vissute dai più come una specie di turn over separato dal merito. Si legga a questo proposito il bell’articolo di Barbara Spinelli su la Repubblica del 24 ottobre.

Altro passo fondamentale è l’approvazione di una nuova legge elettorale, che consenta ai cittadini di scegliere, con il loro voto, i propri rappresentanti in Parlamento e le maggioranze di governo. Il testo all’esame del Senato non va in questa direzione: ci porterebbe verso la Grecia, non verso le più grandi democrazie europee.
Sarebbe stato indispensabile procedere anche ad approvare una legge costituzionale stralcio, per ridurre il numero dei parlamentari, e ad attuare l’articolo 49 della Costituzione per dare ai partiti un inquadramento giuridico: purtroppo non vi è stata la determinazione necessaria. Recuperare in pochi mesi la credibilità è forse impossibile. Ma imboccare la strada giusta è un dovere.