”Il welfare europeo deve affrontare la sfida di un attacco delle destre, che ne determinerebbe un complessivo arretramento. La necessita’ di politiche di risanamento viene impostata attraverso tagli di risorse che colpiscono soprattutto il welfare. Fare cassa sullo stato sociale e’ inaccettabile: significa togliere speranza per il presente e il futuro a tanti cittadini; impedire uno sviluppo nuovo e sostenibile”.
Lo ha detto il vice presidente del Senato Vannino Chiti nel corso della lectio magistralis che ha tenuto questa mattina a Roma al corso di formazione sul sistema del welfare alla prova della crisi, organizzato dall’associazione ‘Lavoro&welfare’.
”Il modello di stato sociale del secolo scorso – ha proseguito Chiti – non e’ più adeguato alle nuove sfide. E’ cambiato il sistema produttivo, sono venute meno le grandi fabbriche; il mondo del lavoro non e’ piu’ composto da persone prevalentemente sindacalizzate. Un’altra novita’ rilevante e’ rappresentata dagli immigrati: milioni di persone che arrivano in Italia in cerca di un lavoro spesso si trovano a dover sottostare a condizioni disumane o per lo meno prive dei diritti fondamentali. Il nostro welfare, senza rinnovarsi e cambiare, non sarebbe in grado di conservare quel carattere universalista che e’ essenziale.
Viene ad essere centrale la creazione di una reale uguaglianza di opportunita’ di vita e dunque costituiscono una priorita’ il diritto all’istruzione, alla formazione, alla salute, che non possono soggiacere alla logica del profitto e del mercato. Inoltre, il nuovo modello di welfare presuppone una revisione dei compiti dei principali attori: attraverso la sussidiarieta’ cambia il ruolo del pubblico e diviene complementare quello del privato sociale, delle associazioni del terzo settore”.