La legge di stabilità contiene misure che colpiscono i cittadini più deboli: va cambiata nel corso dell’esame parlamentare.
Il Pd ha già detto che non è disponibile a votare le norme sulla scuola, che colpendo il lavoro degli insegnanti ne peggiorerebbero la qualità. I docenti italiani hanno orari di lavoro uguali ai loro colleghi di Francia o Spagna ma percepiscono delle retribuzioni tra le più basse in Europa. Martedì il ministro dell’Interno Cancellieri ha dichiarato che «c’è un continuo pianto sul fatto che la scuola viene tagliata. È così, ma non solo la scuola. Ci troviamo in un momento in cui si taglia ovunque». No ministro, non si tratta di un pianto. Come lei stessa ha detto, la scuola è «un investimento per il futuro»: già troppi sono i tagli che ha subito. Noi puntiamo sulla formazione per dare all’Italia un futuro migliore.
Riteniamo che si debba cambiare la legge anche sulla sanità, che ha subito negli ultimi 3 anni riduzioni per oltre 20 miliardi, e che vada cancellata la tassazione prevista sulle pensioni di guerra. Non si tratta di redditi aggiuntivi ma di indennità per chi ha servito, anche a rischio della propria vita, il nostro paese.

L’abolizione retroattiva delle detrazioni e deduzioni fiscali – già a partire dalle spese sostenute nel 2012 – colpisce le famiglie a reddito medio-basso che avevano fatto affidamento sulle agevolazioni previste per compiere scelte di vita. La stessa riduzione dell’Irpef sui ceti a reddito più basso, collegata all’aumento dell’Iva, finisce per colpire duramente i più poveri, cioè circa 8 milioni di persone che si collocano al di sotto della soglia di reddito sottoposta a tassazione. L’aumento dell’Iva riguarda tutti, loro compresi, che vedrebbero ridursi ancora un potere d’acquisto già minimo. Diminuire le tasse sui redditi medio-bassi è giusto e necessario, ma non se danneggia chi ha di meno. È il caso di ripeterlo: bisogna introdurre una imposta stabile sui grandi patrimoni, così da alleggerire le tasse sui lavoratori, i pensionati e le imprese. Al tempo stesso deve continuare con fermezza e incisività la lotta contro l’evasione fiscale.