“Al Senato c’e’ una discussione per superare il carcere per i giornalisti, cancellando l’odiosa norma antiliberale, residuo del ‘Codice Rocco’ voluto dal fascismo”.
Lo afferma il vice presidente del Senato Vannino Chiti, che ricorda: “sono stati presentati due Ddl, uno sottoscritto da me e dal senatore Gasparri e uno dal senatore Li Gotti, in grandissima parte convergenti”. Certo, attacca il senatore Pd,  “si possono naturalmente avanzare critiche e sollecitazioni per migliorarne l’impostazione: e’ gia’ avvenuto attraverso un confronto con la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, e il contributo di senatori e del governo. Quello che e’ inaccettabile e pura invenzione e’ che si voglia presentare l’impegno in corso come un tentativo per soffocare la liberta’ di stampa, essendo vero esattamente il contrario. Che sia per disinformazione o per le solite provocazioni estremiste, non fa gran differenza”. Aggiunge Chiti:  “altrettanto non si puo’ chiedere di limitarsi a cancellare la previsione del carcere per gli autori di articoli ritenuti diffamatori, senza al tempo stesso garantire una tutela rigorosa per chi sia stato effettivamente diffamato. La soluzione deve essere quella di un equilibrio che renda la legislazione coerente con la Costituzione italiana, con la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e  le raccomandazioni dell’Alta Corte di Strasburgo”.
Infatti,  puntualizza il Senatore, “un aspetto fondamentale, contenuto nel disegno di legge, e’ che se il giornale pubblica al massimo entro otto giorni la ‘rettifica documentata’ con lo stesso rilievo della notizia e nello stesso spazio, questo fa venir meno le ragioni dell’iter processuale. Inoltre, con un emendamento gia’ presentato venerdi’ scorso, si elimina la soglia minima di risarcimento e si stabilisce che esso ‘non puo’ in ogni caso essere superiore a 50 mila euro’ “.  Inoltre continua l’esponente Pd, “non e’ vero che il Ddl interviene sui blog ma si riferisce soltanto ai siti internet aventi natura editoriale. Infine, il Ddl non prevede pene accessorie, quali una decisione posta nelle mani del giudice, di una possibile radiazione o sospensione dall’albo dei giornalisti”.