Lo scandalo alla Regione Lazio, culminato con le dimissioni della presidente Polverini, è l’ennesimo episodio che umilia la politica. Comportamenti mossi da interessi personali, arroganza di poteri che si sentono al di sopra di ogni controllo, svincolati da valori e dall’etica, stanno minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. La questione morale continua ad essere attuale. Questo cancro va estirpato, tanto più in un periodo di difficoltà economiche e sociali che richiedono sacrifici a milioni di cittadini.
Bisogna pretendere comportamenti rigorosi e imporre regole certe. La trasparenza è un dovere. La legge sul finanziamento pubblico ai partiti, che ha dimezzato le risorse assegnate e imposto controlli e certificazione esterna sui bilanci, è un passo avanti importante. Le stesse procedure devono immediatamente essere attuate per i gruppi parlamentari e per i gruppi consiliari delle Regioni. L’inchiesta  giudiziaria sul gruppo Pdl del Lazio è la dimostrazione che grandi quantità di denaro possono essere gestite in maniera oscura, personalistica, talora fraudolenta. Alcune Regioni – in particolare Lazio, Sardegna, Campania, Sicilia, Calabria – hanno fatto dell’autonomia una occasione di inammissibili sprechi. Ora basta. Nemmeno un euro dei cittadini italiani può essere distolto per interessi privati e sottratto a rigorosi controlli esterni. Governo e Parlamento hanno il dovere – accogliendo anche la proposta della Conferenza dei Presidenti delle Regioni – di fissare al livello più basso oggi esistente i costi di funzionamento delle Regioni, determinando controlli ad opera della Corte dei Conti.

Anche a livello nazionale è necessario andare avanti.
Devono essere riorganizzate e ridotte le indennità dei parlamentari e dei consiglieri regionali: per i primi è sufficiente attestarsi a 8000 euro il mese; per i secondi è corretto uniformarsi al trattamento del sindaco capoluogo della regione.
Bisogna attuare l’articolo 49 della nostra Costituzione, così da dare ai partiti una natura giuridica, obbligando ad una piena trasparenza e a forme di democrazia interna.
Un passo decisivo è l’approvazione di una buona legge elettorale, che consenta ai cittadini di scegliere con il voto i loro rappresentanti in Parlamento e contribuire a determinare le maggioranze di governo: una legge con i collegi e non con le preferenze, veicolo di malcostume politico e di sprechi di denaro.
Ripartiamo da qui per fare della politica un impegno al servizio della collettività.