Chiti: per colpa di qualche ex An si è prodotta una ferita grave
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Il Pdl non faccia giochetti sulla legge elettorale: molli la Lega e torni a cercare l’intesa con Pd e Udc, perché non esistono maggioranze sostitutive o alternative a quella che sostiene il governo Monti. È il pensiero di Vannino Chiti, Pd, vice-presidente del Senato.

Presidente, questo scontro rischia di diventare il tormentone dell’estate.
«La ferita si è aperta a Palazzo Madama per colpa del centrodestra, quando il Pdl ha accettato lo scambio con la Lega tra quel mostro istituzionale che chiamano il Senato federale e quel semipresidenzialismo buttato al vento».

Come se ne esce?
«Nel merito osservo: alla commissione Affari costituzionali c’era già un’intesa per la riduzione del 20% del numero dei parlamentari, per un’iniziale differenziazione tra le due Camere, per un rafforzamento dei poteri del premier. Ora il Pdl ha creato un motivo di forte tensione politica, perché non esiste né in cielo né in terra sostenere due maggioranze, una per il governo e un’altra per le riforme istituzionali».

Il Colle torna a sferzare i partiti: quali segnali coglie in questo monito?
«Senza voler tirare il presidente per la giacca mi pare che il capo dello Stato dica una cosa molto chiara. Cioè ha voluto ricordare che quel progetto per il quale si annunciava come imminente l’intesa dei partiti è aperto al confronto con tutte le forze politiche. Mi pare un evidente richiamo al Pdl a non cercare maggioranze sostitutive».

Invero quello del Quirinale appare un forte richiamo anche al Pd, dopo quello che ha detto la Bindi («siamo pronti a votare subito»).
«Premetto: il capo dello Stato non è persona che interviene nel dibattito politico, di fronte a dichiarazioni specifiche. Sul nodo del voto anticipato il presidente ha fatto bene a ricordare le sue prerogative per un eventuale scioglimento delle Camere. Ma sulle parole della Bindi non si può equivocare. Lei dice le stesse cose che afferma il Pd: sostegno pieno al governo Monti, nel tentativo di risolvere una crisi economica che certo è stata acuita dall’incapacità del Pdl di sciogliere alcuni nodi importanti, e no ai giochetti del Pdl».

Ma c’è anche una minaccia del Pd a lasciare il governo?
«Niente affatto. Il ragionamento è un altro: se sulla legge elettorale il Pdl andrà avanti conia Lega si determinerà un logoramento dell’azione di governo e si creerà un clima pesante. Mi auguro che il Pdl non continui su questa strada e riprenda il percorso che ha abbandonato dopo le amministrative di maggio».

Non ritiene evidente la volontà del Pd di cercare lo scontro per andare al voto anticipato?
«Se avessimo davvero pensato all’interesse del partito avremmo cercato il voto anticipato nel novembre 2011. E in quel caso avremmo stravinto. Invece abbiamo voluto sostenere il governo Monti per la crisi economica. Anche il Pdl era d’accordo, ma ora sembra che un gruppo di ex An voglia teorizzare un altro percorso».

Può indicare una soluzione in due mosse, come si fa con i problemi degli scacchi?
«Innanzitutto si stralci la riduzione del 20% dei parlamentari e si voti subito alle Camere in mo do da farla andare subito in vigore. E poi – insisto tenacemente – si cerchi la convergenza più ampia possibile per la legge elettorale e per eliminare il Porcellum. Magari come dice Casini: ben sapendo che poi possa essere rivista ancora nella prossima legislatura. IlPdl abbandoni tatticismi e furbizie».

Lei insomma non ha perduto tutte le speranze?
«No, il tempo c’è. E poi si può sempre ragionare per un ritorno alla legge Matterella».

 Corrado Castiglione