Sulla riforma della Costituzione si sta consumando uno strappo grave che può mettere a rischio la stessa tenuta del governo Monti. Pdl e Lega, la vecchia maggioranza che sosteneva il governo Berlusconi-Bossi-Tremonti, hanno stretto un patto sciagurato che prevede lo scambio tra semipresidenzialismo e Senato federale. Si tratta di due bandierine propagandistiche che Pdl e Lega intendono sventolare, dimostrando – come al solito – di avere a cuore un interesse di parte e non la buona riforma delle istituzioni. Ma la Costituzione non può essere ridotta a terreno per scorribande irresponsabili.
Quello che loro chiamano Senato federale è una mostro giuridico che nulla ha a che vedere con una Camera di rappresentanza delle Regioni. Il semipresidenzialismo è una opzione per dare una nuova forma allo Stato: si può legittimamente proporre, ma è una trasformazione radicale della seconda parte della Costituzione. Richiede dunque un coinvolgimento degli italiani e una loro decisione attraverso un referendum. La destra, invece, pensa di poterlo varare in fretta e furia, sopra la testa dei cittadini, con un pungo di emendamenti approvati con una maggioranza risicata, in modo confuso. Si è visto nella vicenda che lascia una commissione paritetica Senato-Regioni, con un Senato che si vorrebbe federale: la mano destra che non sa cosa fa la mano sinistra!
Nella Commissione Affari Costituzionali del Senato i partiti che sostengono il governo avevano raggiunto un accordo: più poteri al Presidente del Consiglio, una prima differenziazione dei compiti di Camera e Senato, la riduzione del numero dei parlamentari. Pdl-Lega hanno fatto saltare tutto: ancora una volta il percorso delle riforme si concluderà in un vicolo cieco.

A questo punto la cosa giusta è approvare una legge costituzionale che riduca dalla prossima legislatura il numero dei deputati e dei senatori e una nuova legge elettorale che superi il ‘porcellum’. La “maggioranza parallela” Pdl-Lega potrebbe tentare un bis sulla legge elettorale. Va impedito. Il governo non può limitarsi ad osservare: non è accettabile che mentre il Pd si assume la responsabilità di sostenerlo lealmente – con le sue proposte che mirano a garantire una maggiore equità nei provvedimenti – il Pdl faccia il doppio gioco. La corda è tesa al massimo: se si spezza, non è riannodabile.