Il tasso di disoccupazione giovanile, cioè l’incidenza dei disoccupati che hanno tra 15 e 24 anni sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro, a maggio ha raggiunto il 36,2%. Si tratta di un triste record per il nostro paese. La gravità della situazione per l’Italia è evidente: nell’area Euro i giovani senza lavoro sono il 22,6% mentre si attestano al 22,7% nell’intera Unione Europea. Stiamo sottraendo la speranza nel futuro ad una intera generazione. L’Italia sta compiendo duri sforzi collettivi per costruire un domani migliore. Ma il nostro avvenire dipende molto dalla possibilità che avranno i nostri ragazzi di contribuire al progresso del paese, realizzando le loro aspettative.
La situazione finanziaria è difficile e le risorse disponibili per sostenere i cittadini sono poche, ma questa è una delle priorità su cui intervenire. È positivo il provvedimento del governo, contenuto nel decreto sviluppo, che prevede un credito d’imposta del 35% sulle assunzioni a tempo indeterminato di personale altamente qualificato. È una misura che può aiutare l’occupazione dei giovani laureati, ma non basta. Occorrono risorse per estendere le misure di defiscalizzazione del lavoro a tempo indeterminato e creare nuovi posti di lavoro.

Dall’accordo raggiunto al Consiglio Europeo potrebbe derivare una riduzione dei tassi di interesse sul nostro debito pubblico. Gli eventuali risparmi e quelli ottenuti dalla revisione della spesa (la spending review) devono essere utilizzati per far fronte al debito e per creare posti di lavoro. Se il diritto al lavoro resta disatteso, neppure il bilancio dello Stato sarà virtuoso
La cosiddetta spending review è un’operazione importante e necessaria:  il Pd non vuole che si scriva spending review e si legga nuovi tagli alla spesa sociale. Ci sono sprechi e spese improduttive da tagliare. In ogni caso è necessario ricavare risorse per misure in favore dello sviluppo e della creazione di lavoro. Per esempio, è necessario introdurre il credito di imposta per le imprese che investono in ricerca e innovazione. Su questo il ministro Passera si è impegnato nei giorni scorsi. Ed è urgente introdurre la patrimoniale: i sacrifici come le tasse devono pesare su tutti in modo progressivo rispetto ai redditi e non colpire soprattutto il mondo del lavoro e i ceti popolari.

Inoltre, da molto tempo, il Pd sostiene una proposta che può dare risultati concreti nel breve periodo: è necessario allentare il Patto di stabilità, così da consentire ai comuni che hanno i bilanci in ordine di aprire dei cantieri per opere utili alla collettività, pagando le imprese che lavorano.