Nei prossimi giorni il governo approverà un provvedimento che mira a rilanciare lo sviluppo. Si tratta di un passo che arriva in ritardo rispetto alle esigenze del nostro paese, attraversato da una crisi profonda. Non è ancora chiaro cosa conterrà questo pacchetto di misure. Il principale limite è l’indisponibilità di risorse pubbliche per stimolare l’economia. Il risanamento è una strada obbligata che non possiamo abbandonare, ma bisogna agire con convinzione per affrontare un declino che sta impoverendo i cittadini italiani. Serve una inversione di tendenza. Il Partito Democratico propone da molto tempo di ridurre le tasse sulle pensioni e sui redditi più bassi e il costo del lavoro che grava sulle imprese. Per reperire le risorse è necessario introdurre, in maniera stabile, una imposta sui grandi patrimoni. Inoltre, è necessario destinare alla riduzione della pressione fiscale parte delle risorse ricavate dalla lotta all’evasione fiscale.
Un’altra misura urgente è l’allentamento dei vincoli del patto di stabilità dei comuni. A quelli che hanno i bilanci in ordine, bisogna consentire di spendere i fondi disponibili per creare lavoro.
Più in generale, le nostre politiche devono puntare con convinzioni alla sostenibilità, alla ricerca e all’innovazione.
Ma lo sviluppo non è solo un capitolo nazionale. La vera svolta può arrivare da un cambio radicale delle politiche europee. Il vertice di fine giugno è un’occasione da non mancare.

Si deve consentire ai paesi con i bilanci in attivo di reinvestire i fondi disponibili; bisogna sottrarre ai vincoli del Patto di Stabilità europeo gli investimenti pubblici in formazione e ricerca, infrastrutture, trasporti, energie rinnovabili; è necessario introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, per destinare il ricavato al sostegno degli investimenti produttivi, e gli euro bond per creare una garanzia unica sui debiti degli stati e sottrarli alla speculazione  dei mercati; infine, il potenziamento della Banca Europea per gli Investimenti e l’approvazione dei project bond possono finanziare le infrastrutture.
Chi pensa che in Europa alcuni paesi potranno salvarsi a scapito di altri, è fuori strada. Siamo legati da un unico destino. L’Europa unita può salvare l’Euro e garantire il progresso dei cittadini. Gli egoismi nazionali porterebbero tutti verso un inesorabile baratro.