Ore 19.00 – “Un tempo il dibattito sulla famiglia si accompagnava a una ricerca di punti comuni su cui intervenire. Piu’ di recente si e’ voluto e avuto un dibattito che persegue le differenze e mira a piantare bandierine che nascondono identita’ deboli. Cio’ porta a non agire. Il percorso deve essere comune”.
Cosi’ il vice presidente del Senato, Vannino Chiti intervenendo oggi al convegno ‘Famiglia, fattore per la crescita’ a Montecitorio.
“I temi al centro del prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie che si terra’ a Milano sono: la famiglia: il lavoro e la festa. Il lavoro e la festa sono due aspetti fondamentali della nostra vita, oggi contrastati anche dal punto di vista pratico. Il lavoro e’ sempre piu’ precario e il 42% dei giovani ne sono totalmente privi. I giovani sono cosi’ impossibilitati ad uscire dalla propria famiglia di origine per costruirne un’altra. E’ vergognoso il fenomeno, che esiste anche nel settore pubblico, delle dimissioni in bianco per le donne. Ma anche la festa viene materialmente colpita in settori come il commercio con contratti che impongono di lavorare nei giorni di festa minando alla base i momenti di condivisione familiare.
Di questo passo si corre il rischio che le uniche feste rispettate resteranno Natale e Pasqua. E’ una doppia illusione che si possano avere regole per lo sviluppo e liberismo individualistico nell’etica o viceversa liberismo sfrenato nell’economia e regole che uniscano liberta’ e responsabilita’ nei valori.
In una situazione come quella che stiamo attraversando, – prosegue Chiti – di grave crisi economica, e’ necessario intervenire per non accentuare le tensioni e provocare ulteriori strappi. Nonostante la piu’ volte affermata centralita’ della famiglia nella societa’, le risorse di fonte statale, direttamente o indirettamente destinate alle famiglie, tendono inesorabilmente a diminuire. L’Italia spende l’1,4% del Pil ed è il fanalino di coda delle politiche familiari europee. Dobbiamo prendere esempio dalla Francia che anni fa era nella nostra stessa situazione: oggi destina al Welfare familiare il 3,7% del suo Prodotto interno lordo e con i suoi due figli per donna e’ il Paese piu’ prolifico d’Europa e uno dei primi al mondo, garantendo nel contempo l’occupazione femminile.
L’Italia non ha mai avuto un Piano nazionale di politiche familiari. Adesso si e’ finalmente deciso di dare un segnale concreto e il Piano del Ministro Riccardi lo scorso 19 aprile ha ricevuto il parere favorevole dalla conferenza unificata Stato-Regioni e Province autonome. 80 milioni sono i fondi previsti che saranno dedicati a due delle linee prioritarie del piano: i servizi per la prima infanzia e l’assistenza domiciliare agli anziani.
La strada intrapresa e’ positiva. Dobbiamo dare spessore alla famiglia come momento di coesione che da’ speranza, dignita’ e centralita’ alla persona. Occorre ritrovarci su questi punti come cittadini – conclude il vice presidente del Senato – per costruire un futuro migliore del presente”.