Il giorno dopo la festa dei lavoratori dall’Istat giunge l’ennesima fotografia drammatica sull’occupazione nel nostro paese. A marzo il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 9,8%, con un peggioramento su base annua di 1,7 punti. La disoccupazione giovanile a marzo si attesta al 35,9%, in aumento di due punti percentuali rispetto a febbraio. La crisi finanziaria, economica e sociale iniziata nel 2008 sta toccando il punto più alto e non si vedono prospettive di ripresa. La riforma del mercato del lavoro deve essere orientata dall’esigenza primaria di dare in primo luogo ai giovani il diritto ad un’occupazione e dalla necessità di estendere ulteriormente la rete di quanti possono usufruire dell’indennità di disoccupazione e della sua durata. Ma non basta: questo provvedimento, così come altri varati dal governo Monti, ad esempio le liberalizzazioni, mira a ottenere risultati positivi nel medio periodo. Oggi invece dobbiamo affrontare in tutta la sua drammaticità una realtà che impone misure per l’immediato. Governo e Parlamento devono approvare interventi che producano effetti già in questo anno. Alcuni comuni hanno bilanci virtuosi e soldi pronti per essere spesi: il governo deve consentire, attraverso una modifica del Patto di Stabilità, che vengano investiti subito per dare lavoro e mettere in circolo risorse.

Altrettanto urgente è che le imprese possano ricevere almeno la metà dei crediti che hanno nei confronti della Pubblica Amministrazione. Da giorni il ministro Passera assicura che la soluzione è in dirittura d’arrivo, con il coinvolgimento delle banche e della Cassa Depositi e Prestiti: bene, si agisca subito, senza far passare altre settimane. La lotta all’evasione fiscale ha conosciuto un rinnovato vigore grazie all’impegno del governo Monti. Il Pd ritiene che si debba fare ancora di più e chiede che si approvi una norma che stabilisca che parte di quello che viene recuperato sia destinato a ridurre le tasse sul lavoro dipendente, sulle pensioni e sulle imprese. Sono provvedimenti che si possono approvare nelle prossime settimane, dando così un po’ di respiro alla nostra economia e ai cittadini. Non si devono contrapporre, ma tenere saldamente uniti risanamento e sviluppo. In situazioni così difficili tempismo e determinazione sono il termometro della capacità dei governi e delle forze politiche di cogliere il grido di allarme e i bisogni degli italiani.